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In evidenza
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Responsabilità editoriale di ASviS
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di Maddalena Binda
Negli ultimi anni l’offerta formativa online si è ampliata significativamente, una trasformazione accelerata della pandemia da Covid-19. Oltre ai tradizionali percorsi di laurea e ai master online, il catalogo di corsi disponibili si è arricchito con i Mooc (Massive open online courses), attività formative progettate per essere seguite a distanza da un elevato numero di partecipanti, provenienti da aree geografiche e da background culturali ed economici differenti. La formazione online, inoltre, ricoprirà un ruolo sempre più importante per il lifelong learning, l’apprendimento continuo, e per l’acquisizione di nuove competenze da parte di lavoratori e lavoratrici.
Non una semplice videoconferenza
“Mettersi di fronte a una videocamera e parlare non significa insegnare online. Bisogna fare le cose in modo diverso” ha riferito al The Guardian John Domingue, direttore del Knowledge media institute, il laboratorio di ricerca e sviluppo di Open university.
Un aiuto potrebbe arrivare dall’intelligenza artificiale: assistenti e chatbox virtuali potrebbero sottoporre quiz e domande agli studenti, rendendo interattivi i corsi online. L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per migliorare le piattaforme di adaptive learning che, attraverso l’analisi dei dati, personalizzano il percorso formativo degli studenti in base alle loro necessità.
Dispositivi tecnologici innovativi potranno essere utilizzati per rendere l’esperienza online più naturale. Nel 2017, ad esempio, la Oxford’s Saïd business school ha creato la Oxford hub for international virtual education, la prima classe virtuale e immersiva del Regno unito. Grazie a numerosi schermi e a una telecamera presente nella classe, 84 studentesse e studenti da tutto il mondo possono partecipare contemporaneamente alla lezione e seguire i movimenti dell’insegnante.
Anche il metaverso e la realtà estesa, che comprende la realtà virtuale, la realtà aumentata e la realtà mista, potranno ricoprire un ruolo sempre più importante nell’educazione online. La guida “An introduction to learning in metaverse” sottolinea alcuni dei vantaggi che l’applicazione del metaverso potrà avere sui metodi di apprendimento, tra cui un maggior coinvolgimento e motivazione degli studenti e la possibilità di svolgere gite virtuali. Non mancano alcuni ostacoli, in particolare i costi e la disponibilità dei dispositivi e la limitata quantità di contenuti adatti all’insegnamento nel metaverso.
La Optima academy online è un esempio dell’integrazione tra offerta formativa online e realtà virtuale, permettendo agli studenti di seguire classi online immersive “indipendentemente dalla propria posizione geografica o dal proprio status economico”. Il programma dei corsi, destinato ad alunni delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, prevede l’alternanza di lezioni frontali svolte nella realtà virtuale e di compiti e attività da svolgere in autonomia.
Le opportunità dell’apprendimento online
Uno dei principali vantaggi è la possibilità per chiunque di frequentare percorsi formativi di università prestigiose senza doversi trasferire. L’offerta dei corsi online si adatta alle esigenze dei singoli studenti, sia per la quantità degli argomenti trattati sia per i diversi livelli di approfondimento.
Anche la durata dei corsi è varia, dalle lezioni di poche settimane ai master annuali. La disponibilità di avere accesso ai materiali online garantisce la flessibilità dell’apprendimento e permette di adattare lo studio ai propri impegni lavorativi e personali. Come ha rilevato uno studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato su SagePub, frequentare corsi online consentirebbe agli studenti di laurearsi più velocemente.
Molti corsi, inoltre, prevedono lavori di gruppo o discussioni con altri partecipanti, favorendo la condivisione di esperienze e il networking tra persone provenienti da Paesi e contesti socioculturali diversi.
Per tutti o solo per pochi?
L’educazione online potrebbe rafforzare la qualità, l’efficienza e l’equità dei sistemi scolastici, ma solo se adeguatamente implementata. In caso contrario si rafforzerà il digital divide, la disparità esistente tra chi ha accesso a internet e ai dispositivi tecnologici e chi, per motivi diversi, e di conseguenza si amplieranno anche i divari educativi.
Un terzo della popolazione mondiale, 2,6 miliardi di persone, continua a non avere accesso a internet, come riporta l’Unione internazionale delle telecomunicazioni, l’agenza specializzata delle Nazioni unite. Sebbene negli anni si registrino dei progressi, in particolare nei Paesi del Sud globale, non sono sufficienti per garantire la connessione universale entro il 2030.
È necessario prendere in considerazione anche la qualità e la velocità della connessione. La mancanza di infrastrutture veloci, infatti, potrebbe rendere impossibile la fruizione di corsi online sempre più complessi e innovativi. In Italia, ad esempio, la diffusione della banda ultra larga, che permette il rapido invio di dati, presenta accentuate disuguaglianze territoriali. Come riporta il report “I divari territoriali nel Pnrr: dieci obiettivi per il Mezzogiorno” pubblicato dall’Istat, nel 2020, a livello nazionale, il 77,8% delle famiglie dichiarava di avere accesso a una connessione a banda larga, percentuale che si attesa al 72,8% nel Sud e al 72% nelle isole.
Al fine di rendere l’educazione online realmente accessibile sarà fondamentale assicurare lo sviluppo di competenze digitali adeguate, una sfida non banale se si pensa che, secondo l’Unione internazionale delle telecomunicazioni, nel 2018 una persona su tre non possedeva nemmeno competenze di base digitali.
di Maddalena Binda
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