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In evidenza
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Responsabilità editoriale di ASviS
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“La rilevanza della sostenibilità sociale nelle imprese è aumentata rispetto al passato, i temi sociali sono sempre più centrali e le imprese sono chiamate a svolgere un ruolo primario”, si legge nel secondo rapporto dell’Osservatorio sulla sostenibilità sociale d’impresa della Fondazione Sodalitas, presentato a Milano il 27 febbraio.
L'Osservatorio, che si concentra sull'investimento in sostenibilità sociale per affrontare gli impatti dei grandi cambiamenti come la transizione ecologica e digitale, ogni anno traccia il quadro della sostenibilità sociale in termini di strumenti, benchmark, trend e confronti europei.
Dall'ultimo Rapporto emerge un aumento della rilevanza della sostenibilità sociale, con le imprese chiamate a svolgere un ruolo determinante nel contrastarne la crisi, inclusi i cambiamenti nel mondo del lavoro e nel passaggio scuola-lavoro. Le imprese ritengono che l'investimento in sostenibilità sociale porti benefici come il miglioramento della reputazione, attrattività per i talenti, competitività e clima interno positivo.
La Fondazione Sodalitas ha coinvolto le imprese associate in un processo per identificare temi prioritari e condividere buone pratiche sulla sostenibilità sociale. L’indagine, condotta su 127 imprese italiane per comprendere il loro impegno sulla sostenibilità sociale, presenta anche 21 case histories di iniziative di sostenibilità sociale. Inoltre, grazie alla collaborazione con la rete europea delle imprese Csr Europe (European business network for corporate sustainability and responsibility), sono stati inclusi dati sulle imprese europee e il loro ruolo nella strategia della Commissione europea. Queste evidenze aiutano a guidare le aziende nell'investimento in sostenibilità sociale per adattarsi ai cambiamenti.
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L'indagine ha esaminato come le imprese percepiscono il contesto operativo attuale. La maggior parte si dichiara molto preoccupata per la situazione sociale (81%) e ambientale (74%), mentre il livello di preoccupazione per la situazione economica è più moderato (51%), solo una minoranza esigua si dichiara poco preoccupata per ciascun ambito.
Nonostante questa percezione negativa, le imprese riconoscono il ruolo cruciale che devono svolgere nel migliorare la situazione sociale e ambientale. Soprattutto, ritengono che il governo e le grandi imprese abbiano un ruolo decisivo in questo processo (rispettivamente il 73% e il 72%). Molte imprese credono inoltre che anche altri attori possano contribuire significativamente a rendere la società più equa e sostenibile, come i cittadini (63%), le istituzioni educative (57%), le autorità locali (53%) e l'Unione europea (53%).
Nonostante l'importanza attribuita a queste sfide, si avverte che gli sforzi compiuti finora sono insufficienti, e si richiede un maggiore impegno nel futuro. In particolare, per la sostenibilità sociale viene valutato come inadeguato l’impegno sulla parità di genere (72%), sulla riduzione delle disuguaglianze (69%) e sull’inserimento lavorativo degli immigrati (68%), come illustrato dalla seguente immagine.
Dovendo indicare le componenti più rilevanti della sostenibilità sociale, emerge un'attenzione particolare all'ambiente "interno", dal momento che la maggioranza delle imprese indica prioritari la qualità del lavoro (65%) e il welfare aziendale (63%). Il benessere dei dipendenti, posto al centro delle priorità delle imprese, è un concetto che si è ampliato, andando a includere non solo aspetti economici e fisici, ma anche dimensioni psicologiche e relazionali, sottolineando l'importanza del clima interno e delle relazioni tra colleghi.
Le imprese riconoscono anche l’importanza della diversità e dell'inclusione (62%), della parità di genere (58%) e della formazione (56%) per garantire il benessere dei dipendenti.
La formazione e l'inserimento lavorativo dei giovani (54%) e il supporto alla comunità (50%) sono sentite come cruciali per la credibilità dell'impegno delle imprese verso la sostenibilità sociale. Seguono, tra i temi prioritari, il controllo della catena di fornitura, la riduzione delle disuguaglianze e la protezione di soggetti fragili anche all’esterno, la tutela dei diritti umani.
Riguardo agli stakeholder chiave per le strategie di sostenibilità, dopo i dipendenti l’attenzione maggiore è rivolta ai consumatori, una componente che richiederà in futuro di essere approfondita sia rispetto alle aspettative dei consumatori sia all'offerta delle imprese per rendere credibile il loro impegno. In generale, la capacità di creare alleanze con organizzazioni non profit, amministrazioni locali e istituzioni formative è considerata fondamentale per il successo delle iniziative.
Tra gli aspetti da migliorare, secondo le aziende, la valutazione e misurazione dei risultati ottenuti e la comunicazione esterna delle iniziative realizzate.
Le imprese, nel loro impegno verso la sostenibilità, riconoscono la rilevanza di ciascuna delle tre componenti: economica (“molto importante” per il 93%), sociale (88%) e ambientale (84%). Tra i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, quelli ritenuti più importanti sono il lavoro dignitoso e la crescita economica (Goal 8), la parità di genere (Goal 5) e il benessere delle persone (Goal 3).
“I risultati della rilevazione svolta da Fondazione Sodalitas” scrive Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS e membro del comitato scientifico dell’Osservatorio, “devono far riflettere l’intera classe imprenditoriale italiana sui limiti esistenti e su come superarli, ma anche sulla necessità di impegnarsi molto di più nel dibattito pubblico italiano su questa tematica da cui dipende non solo il presente della nostra società, ma anche, e soprattutto, il suo futuro”.
di Sofia Petrarca
Fonte copertina: peopleimages12, da 123rf.com
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