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Responsabilità editoriale di ASviS
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I Paesi europei utilizzano ogni anno tra i 34 e i 48 miliardi di euro di sussidi Ue in modi che danneggiano l’ambiente, principalmente attraverso l’agricoltura ma non solo. Questo uso improprio dei fondi è certificato da uno studio del Wwf pubblicato il 13 maggio dal titolo “Can your money do better? Redirecting harmful subsidies to foster nature & climate resilience", che analizza tutti i programmi di finanziamento assegnati nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale dell’Ue 2021-2027. Si stima che tra il 2021 e il 2030 siano necessari 48 miliardi di euro all’anno per realizzare la Strategia dell’Ue per la Biodiversità 2030. Tuttavia, continua il Rapporto, i governi e l’Ue non riescono a raggiungere questo obiettivo, perché mancano più di 18 miliardi di euro all’anno.
Secondo i dati raccolti, almeno il 58-60% dei finanziamenti della Politica agricola comune (Pac) dell’attuale bilancio dell’Ue, per un totale di 31,4-32,1 miliardi di euro all’anno, può essere considerato dannoso per la biodiversità. In particolare, il sostegno diretto - sotto forma di sostegno al reddito basato sulla superficie - incentiva l’aumento degli allevamenti industriali e l’espansione della produzione di colture con tecniche di agricolutra convenzionale, pratiche entrambe dannose per l’ambiente. Al di fuori del quadro della Pac, gli Stati membri assegnano anche una serie di sussidi indiretti dannosi, come ad esempio le riduzioni o le esenzioni fiscali per i fertilizzanti e i pesticidi.
Nonostante il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (Feampa) sostenga l’attuazione della politica della pesca dell’Ue, spesso l’approccio decentralizzato permette agli Stati membri di sostenere attività che vanno a discapito della tutela degli ecosistemi marini, come ad esempio il sostegno alla flotta per le navi fino a 24 metri di lunghezza, il primo acquisto di una nave di seconda mano da parte di giovani pescatori e la ammodernamento dei motori delle navi.
La costruzione di nuove infrastrutture di trasporto può portare alla frammentazione degli habitat e degli ecosistemi, soprattutto quando queste nuove infrastrutture sorgono in aree naturali finora intatte. Secondo il Rapporto, ogni anno vengono spesi dagli Stati membri tra 1,69 e 14,07 miliardi di euro di fondi Ue per costruire e riabilitare infrastrutture di trasporto come strade e ferrovie, che potrebbero essere dannose per la biodiversità.
Ogni anno, evidenzia lo studio, tra il 7,2% e l’11,4% dei finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione, una somma variabile tra 1,3 e 2 miliardi di euro, sostiene la costruzione di infrastrutture come dighe e bacini di controllo delle inondazioni. Opere che alterano gli ecosistemi acquatici, danneggiando la biodiversità.
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Con il rinnovo del Parlamento europeo e della Commissione, evidenzia il Wwf, ci sarà l’opportunità per correggere questi errori fiscali e garantire che il denaro dei contribuenti venga speso per attività che favoriscono la natura e l’ambiente. Per questo l’associazione invita i responsabili politici a:
di Tommaso Tautonico
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