Italia è in coda agli altri grandi paesi europei per l'equità tra uomini e donne nelle società quotate, nonostante abbia il primato per le quote rosa nei consigli di amministrazione, a seguito della legge. Una ricerca di Equileap su dieci indici di Borsa e 255 società quotate, finanziata dalla Commissione europea, attribuisce alle aziende del Ftse Mib 40 un voto complessivo di gender equality di 42%, inferiore a quello dei principali indici di Francia (52%), Svezia (49%), Spagna (46%) e Germania (44%).
Questo giudizio, che vede Piazza Affari in quinta posizione, è basato su 19 criteri, dalla rappresentanza di genere nella forza lavoro al divario retributivo tra uomini e donne, dai congedi retribuiti alle politiche anti-molestie La ricerca, sottolinea come l'Italia sia il primo paese per quote rosa nei consigli di amministrazione, con il 38%. A questa rappresentazione femminile nei consigli non corrisponde, però, un'analoga presenza ai vertici: sono donne solo il 12% dei capi azienda e il 18% degli alti dirigenti.
Il listino milanese si distingue anche per trasparenza nelle retribuzioni, con il 58% delle aziende che pubblicano i dati sui compensi di uomini e donne a fronte di una media europea del 28%. E nel 2019, il gender pay gap in Italia è del 5%, il terzo più basso in Europa. Ma Enel è l'unica azienda italiana ad aver annullato i divari retributivi di genere.
Altri aspetti su cui resta strada da fare, in Italia, sono le politiche contro le molestie sui luoghi di lavoro, che non sono previste dal 43% delle società italiane a fronte di una media europea del 52%, e le politiche per la genitorialità, con il 90% delle aziende che, per Equileap, dovrebbe portare i congedi di paternità retribuiti a un minimo di due settimane.
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