"La parcellizzazione di competenze
tra lo Stato e il sistema delle autonomie locali, in occasione
dell'emergenza sanitaria legata alla pandemia ha ulteriormente
messo in risalto le sue tante criticità con evidenti
ripercussioni negative sulla vita materiale delle persone con
disabilità ed i loro familiari. La presa d'atto di questa
evidenza dovrebbe portare ad un profondo ripensamento
dell'attuale sistema in modo da garantire che in modo omogeneo,
sull'intero territorio nazionale, i diritti civili ed umani
delle persone con disabilità vengano rispettati e resi
concretamente esigibili". Lo ha detto il presidente della Fish
(Federazione italiana per il superamento
dell' handicap), Vincenzo Falabella durante l'audizione in
Commissione Affari Sociali nell'ambito dell'esame, in sede
consultiva, della proposta di Piano nazionale di Ripresa e
Resilienza. La Fish insieme alla Fand ha presentato alla
Commissione un piano di modifiche congiunte al Piano.
"In tale ottica vanno aggiornati ed adattati i Lea (Livelli
Essenziali di Assistenza) - ha sottolineato Falabella -
soprattutto per la parte che concerne l'integrazione Socio
Sanitaria e l'introduzione di nuovi mdoelli e strumenti di
garanzia delle prestazioni e dei percorsi, nonchè la definizione
ed emanazione dei Leps (Livelli Essenziali delle Pretazioni
Sociali) e il finanziamento di un capiente fondo nazionale
alimentato dalla fiscalità generale".
Secondo il presidente della Fish "la coesione sociale va
rafforzata attraverso una riforma dei sistemi di welfare
differenti da quelli attuali e basati sui diritti umani civili e
sociali e sul perseguimento dell'obiettivo di garantire, ad ogni
cittadino con disabilità ed ai loro familiari, la migliore
qualità di vita possibile".
Falabella ha chiesto di superare il modello basato su "bisogni
precostutuiti e standardizzati" per attuare la trasformazione in
"sostegni personalizzati". Ha posto inoltre l'accento sulla
necessità di riforma della L. 68/99 "per consentire un accesso
più equo al mondo del lavoro delle persone con disabilità, e in
particolare delle donne, indipendentemente dalla tipologia di
disabilità" ricordando che "il tasso di disoccupazione delle
persone con disabilità è otto volte il tasso di disoccupazione
del mercato ordinario (superiore all'80%, tenendo conto dei
tanti inattivi), e rischia di aggravarsi per la conseguenza
della pandemia: con la fine del blocco dei licenziamenti si
rischia che questi lavoratori siano i più soggetti a
licenziamenti".
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