La parità retributiva tra i sessi è
legge nel Lazio. Il Consiglio Regionale ha approvato
all'unanimità la proposta di legge contro il gender pay gap e
per il sostegno dell'occupazione e dell'imprenditoria femminile
di qualità e la valorizzazione delle competenze delle donne. La
legge prevede
anche l'istituzione di una "Giornata regionale contro le
discriminazioni di genere sul lavoro", da celebrarsi ogni anno
il 7 giugno, nella quale verranno premiate le aziende iscritte
nel Registro regionale che si saranno particolarmente distinte
nell'ambito della riduzione del divario salariale o che abbiano
messo in pratica particolari e innovative azioni in materia di
parità. Tra le misure di sostegno previste anche buoni erogati
per l'acquisto di servizi di baby-sitting per le madri
lavoratrici, anche autonome o imprenditrici, per gli undici mesi
successivi al periodo di congedo obbligatorio di maternità
ovvero al congedo parentale, purché il nucleo familiare abbia un
reddito Isee non superiore a 20 mila euro. Tali buoni potranno
essere concessi, in via sperimentale, anche ai padri lavoratori
che usufruiscono del congedo parentale, in alternativa alla
madre lavoratrice.
"Il Lazio è la prima Regione a legiferare sul tema della parità
retributiva e lo fa con una legge quadro che si occupa di lavoro
femminile in maniera trasversale proponendo, anche grazie
all'investimento di 7,6 milioni di euro per il triennio
2021-2023, su strumenti per contrastare il gap salariale
partendo dalle cause che lo generano. Una legge che si schiera
dalla parte delle donne, ma che richiede l'aiuto di tutti,
compresi gli uomini, per creare un'alleanza nel mondo del lavoro
e nella società. Un'alleanza quanto mai urgente per garantire
una ripresa che sia davvero sostenibile, paritaria, coraggiosa",
dichiara Eleonora Mattia, Presidente della IX Commissione lavoro
e pari opportunità in Consiglio Regionale del Lazio nonché prima
firmataria della proposta di legge. "Se la contrattazione
collettiva e i minimi retributivi contengono, almeno
formalmente, il gap retributivo nel lavoro subordinato -
prosegue la nota -, la situazione è allarmante per le libere
professioniste che nel Lazio, per esempio, guadagnano in media
il 45% in meno dei colleghi uomini. Il bilancio dell'occupazione
relativo all'anno 2020 per la Regione Lazio, secondo gli ultimi
dati Istat ed Eures, si chiude con il -2% di occupati
corrispondenti 47 mila unità perse. Di queste 33 mila sono donne
per le quali infatti la contrazione del tasso di occupazione
risulta maggiore con il - 1,5% a fronte del - 0,5% degli
uomini".
"Ho presentato la proposta di legge prima della pandemia -
sottolinea la dem - oggi più che mai è urgente approvarla
perché la crisi generata dal covid-19 non è stata uguale per
tutte e tutti e in particolare le donne, che già soffrono una
condizione strutturale di disuguaglianze nel mondo del lavoro,
sono state duramente colpite. In prima linea nella battaglia
contro il covid-19, le donne sono impiegate soprattutto nei
settori che più di tutti stanno vivendo la crisi, come quello
dei servizi e della cura, spesso con contratti che danno poca
sicurezza e stabilità. C'è poi tutto il tema della conciliazione
dei tempi di vita e della difficile condivisione delle
responsabilità di cura che si traducono in lavoro non
retribuito. Un gap che nasce con la formazione e si protrae fino
alla terza età con i differenziali di pensione". "Noi oggi
mettiamo in campo una serie di proposte per invertire questa
tendenza in un percorso che viene da lontano e va lontano per
costruire un Women New Deal nel Lazio. Una costellazione impegni
seri e concreti al fianco delle donne che vogliono essere
strumenti portatori di una visione che accompagna cambiamenti
già in atto nella nostra società. Con questa legge scriviamo
una bella pagina per il Lazio e per l'Italia, ma soprattutto per
le nostre comunità e le tante donne che hanno dovuto fare un
passo indietro, nel lavoro e non. Ringrazio ancora il Presidente
Nicola Zingaretti, tutta la Giunta e chi ha lavorato al testo,
il Presidente del Consiglio Marco Vincenzi e tutti i colleghi e
le colleghe che hanno supportato la proposta di legge", conclude
Eleonora Mattia. La legge prevede nei 22 articoli dispositivi
per il rispetto del principio di parità retributiva tra i sessi
e il contrasto ai differenziali retributivi di genere; la
permanenza, il reinserimento e l'affermazione delle donne, sia
lavoratrici dipendenti che libere professioniste, nel mercato
del lavoro; la valorizzazione delle competenze delle donne; la
conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro e l'equa
distribuzione delle responsabilità di cura familiare; la
diffusione di una cultura organizzativa non discriminatoria
nelle imprese; la garanzia di regole per l'equa rappresentanza
dei generi nell'accesso agli organi di amministrazione e di
controllo.
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