La popolazione mondiale aumenterà di
circa il 25% nei prossimi 30 anni, raggiungendo un totale
intorno ai 10 miliardi di persone, ma l'attuale sistema
agroalimentare non è in grado di rispondere con adeguati livelli
di output. I sistemi alimentari inoltre contribuiscono in modo
sostanziale alle emissioni nocive, rappresentando circa un terzo
della produzione mondiale di gas serra. E' quanto emerge dal
report "Moving towards sustainable agri-food systems: analysis
and strategic scenarios" presentato oggi durante il summit
'Finance in Common' organizzato da Cassa Depositi e Prestiti.
Tra i principali risultati emerge che la crescente
digitalizzazione e l'utilizzo delle piattaforme digitali
forniscano strumenti, risorse e opportunità per generare
innovazioni che possono avere impatti positivi in termini
ambientali e sociali. Le tecnologie digitali sono effettivamente
onnipresenti e influenzeranno molto l'agricoltura: basti pensare
che se un'auto contiene più di 3.000 semiconduttori, è probabile
che un trattore ne abbia un numero pari o maggiore. Allo stesso
modo, nel 2020 è stato stimato che il 40% del valore di un'auto
moderna fosse nella sua elettronica e questo è certamente il
caso delle macchine agricole.
Le nuove tecnologie e innovazioni che possono contribuire
alla riduzione degli impatti ambientali negativi del sistema
agricolo non bastano però da sole come soluzione, spiega lo
studio. Servono infatti maggiori investimenti in ricerca e
sviluppo, incentivi per permettere agli attori privati di
adattarsi e adottare i progressi tecnologici e i cambiamenti
nelle attuali abitudini nutrizionali dei consumatori.
Un importante passo in avanti verso un sistema agricolo più
sostenibile potrebbe passare attraverso una riallocazione
dell'attuale sostegno delle politiche agricole pubbliche, che -
contando per oltre 700 miliardi di dollari l'anno in tutto il
mondo - offre un'ottima opportunità come fonte di finanziamento
pubblico per le innovazioni del sistema agroalimentare e per gli
incentivi verso produttori e consumatori. In questo contesto,
emerge la necessità di coordinamento internazionale. "Le Banche
Pubbliche di Sviluppo, che insieme alle Develpment FInace
Insitution detengono un totale attivo di 11,5 mila miliardi di
dollari - si legge - svolgono un importante ruolo come
catalizzatori di risorse e promotori di strumenti finanziari
innovativi. Tuttavia, risultano ancora necessari miglioramenti
nei processi, nella gestione del rischio e nei meccanismi
contabili e di responsabilità".
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