"Siamo un azienda globale che opera
nel settore metalmeccanico, tradizionalmente a prevalenza
maschile. Da sempre siamo caratterizzati da grande passione per
innovazione e tecnologia. Per noi il confronto è fondamentale.
Come azienda ci concentriamo molto sulla formazione delle
persone, a partire proprio dai manager, dalla consapevolezza del
linguaggio che usano. Poi l'eliminazione delle barriere, il non
avere paura di sentirsi liberi di dichiarare il proprio
orientamento sessuale al lavoro e anche consapevoli che ci sono
diverse esigenze". Lo afferma la vicepresidente comunicazione e
marketing Iet Baker Hughes, Sara Hassett, intervistata nel corso
dell'evento "La diversità che fa crescere",'le sfide sullavoro'
organizzato dall'ANSA e dedicato ai temi dell'Agenda 2030.
Essendo quello metalmeccanico un settore che solitamente non
attrae donne, l'azienda ha messo a punto diversi progetti: "A
Bari abbiamo lanciato un programma per attrarre giovani talenti
del territorio, facendo in modo che il 50% fossero profili
femminili e prevedendo un anno di formazione con l'obiettivo
alla fine dell'anno di inserire queste persone o nella nostra
azienda o in altre del territorio. Vogliamo sfatare il mito che
l'industria è dura e non aperta", ha spiegato. A Vibo Valentia,
invece, "abbiamo inaugurato l'accademia di saldatura, con un
focus sul prendere profili femminili, insegnare la tecnica e
promuovere sia l'occupazione a livello territoriale che a
livello di diversità di assunzioni".
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