Confindustria "ha stimato che il
nuovo piano energetico che il nostro Paese dovrà adottare per
raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del Fit for 55 al
2030 prevede 1.120 miliardi di euro di investimenti. Si tratta
di un flusso senza precedenti, un fattore di preoccupazione ma
che rappresenta anche un volano di opportunità di crescita
industriale per il nostro tessuto manifatturiero. A fronte di
questi investimenti ci sarebbe un incremento dell'occupazione di
11,5 milioni di unità di lavoro". Lo indica Katia Da Ros,
vicepresidente per Ambiente, Sostenibilità e Cultura di
Confindustria, intervenendo a Ecomondo
"La posta in gioco non è negoziabile ma richiede una visione
strategica del percorso di transizione che sia inclusivo e non
ideologico", avverte: "Il nostro obiettivo, quindi, è di
valutare un percorso di decarbonizzazione alternativo che, pur
raggiungendo la stessa riduzione di emissioni di gas serra,
attraverso un uso efficiente delle risorse economiche, possa
salvaguardare la competitività internazionale delle imprese,
favorire lo sviluppo del tessuto industriale, tutelare la
competitività internazionale delle imprese italiane, nonché
contenere ulteriormente il costo sociale della transizione".
Ad oggi - indica ancora la vicepresidente di Confindustria -
"l'unico strumento che abbiamo a disposizione è il Pnrr che ci
dà 60-70 miliardi l'anno; il tema è chi ci metterà la parte
rimanente. Abbiamo quindi la necessità di avere qualche
strumento che ci aiuti in questa che è una delle più grandi
sfide che abbiamo di fronte che è quella della transizione
ecologica. Le imprese vanno sostenute in questo percorso anche
perché noi abbiamo la grande responsabilità di lasciare alle
generazioni future un paese più sostenibile, migliore di quello
che abbiamo ereditato ma nello stesso tempo dobbiamo essere
sostenibili anche dal punto di vista industriale e soprattutto
sociale".
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