In occasione della Giornata mondiale
dell'acqua del 22 marzo, il Wwf rilancia l'allarme: "l'Europa (e
l'Italia) non sono preparate al rischio climatico e l'acqua è
tra i principali protagonisti (in negativo) di questo rischio.
Dopo il VI rapporto Ipcc e i numerosi studi, anche italiani, la
Valutazione del Rischio Climatico dell'Agenzia Europea
dell'Ambiente, pubblicata pochi giorni fa, conferma che le
ondate di calore e le siccità prolungate sono in aumento in
Europa con il cambiamento climatico, particolarmente nei Paesi
del Mediterraneo".
"Questo - prosegue la ong - può portare a incendi diffusi,
guasti alle infrastrutture critiche, blackout e gravi impatti
sanitari ed economici. L'Europa intera registra un rischio
crescente di siccità eccezionali che potrebbero interessare
regioni vaste, provocando ingenti danni economici in molti
settori: l'agricoltura, l'industria, le centrali elettriche, il
trasporto fluviale e il benessere degli ecosistemi".
Secondo il wwf "è indispensabile realizzare e/o aggiornare i
bilanci idrici da parte delle Autorità di bacino per conoscere
la reale disponibilità idrica e verificare le numerose
concessioni d'uso e per garantire il deflusso ecologico nei
corsi d'acqua. Le concessioni in agricoltura, per
l'idroelettrico, per l'industria devono essere coerenti con la
disponibilità reale. Va assicurata la disponibilità di una
risorsa indispensabile per la vita, assicurando equità e
trasparenza. Ogni comparto deve avviare politiche di risparmio
dell'acqua, di riduzione degli sprechi e di promozione di usi
virtuosi, privilegiando ad esempio colture e attività a minor
fabbisogno idrico".
"La riduzione degli sprechi - conclude la ong - deve avvenire
attraverso la diffusione dei metodi più efficienti di
irrigazione in agricoltura, l'ammodernamento della rete di
distribuzione idrica per usi civili che ad oggi registra perdite
fin oltre il 50% (una perdita "fisiologica" non dovrebbe
superare il 12/15%). Inoltre, prima di pensare a realizzare
nuovi invasi, è indispensabile recuperare la capacità di quelli
esistenti, che è gigantesca (oltre 8 miliardi di metri cubi),
garantendone, innanzitutto, la corretta manutenzione fino ad ora
mancata".
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