Non solo miniere. Una parte di
materiali critici, sempre più necessari alle nostre produzioni
può essere ottenuta anche attraverso l'economia circolare
estraendo i materiali da rifiuti elettronici e simili. E entro
luglio nel Lazio partirà presso il sito industriale di Itelyum
Regeneration, Inspiree il primo impianto in Europa per la
produzione di ossidi e carbonati di terre rare (neodimio,
praseodimio e disprosio) da riciclo chimico di magneti
permanenti esausti, estratti da hard disk e motori elettrici a
fine vita.
Si tratta di un progetto pilota mentre quello su scala
industriale dovrebbe partire tra settembre e ottobre.
Il consorzio formato da Itelyum (coordinatore del progetto),
EIT RawMaterials -la piattaforma dell'Istituto Europeo di
Innovazione e Tecnologia- Erion, Glob Eco, e l'Università degli
Studi dell'Aquila svilupperà un processo a due livelli per lo
smontaggio dei magneti permanenti e il recupero di ossidi misti
di Terre Rare tramite idrometallurgia . L'investimento per il
progetto pilota è di 2,5 milioni di euro da parte dell'EIT Raw
Materials e nella seconda fase prevede investimenti ulteriori
stimati in 9,5 milioni di euro per traguardare le oltre 20.000
tonnellate di rifiuti.
Il primo step del processo prevede il disassemblaggio dei
magneti, mentre il livello successivo consiste nel recupero dei
materiali.
L'impianto di smontaggio potra' trattare 1.000 tonnellate
all'anno di rotori elettrici e l'impianto idrometallurgico a
regime potra' trattare 2.000 tonnellate all'anno di magneti
permanenti
ottenuti da diverse fonti tra cui anche hard disk, piccoli e
grandi motori elettrici con il conseguente recupero di circa 700
tonnellate all'anno di ossalati di REE, una quantita'
sufficiente al funzionamento di 1 milione di hard disk e lap top
e 10 milioni di magneti permanenti per applicazioni varie
nell'automotive elettrico. Il Critical material acts della Ue ha
definito 4 obiettivi principali da raggiungere entro il 2030:
estrazione da miniere europee con cui si mira a ottenere almeno
il 10% delle materie prime critiche consumate nell'Ue da miniere
situate in Europa; lavorazione in Europa di almeno il 40% delle
materie prime critiche consumate nell'Ue; venga raffinato o
lavorato in impianti europei.
previsione che almeno il 25% delle materie prime critiche
consumate nell'Ue provenga da attività di recupero e riciclo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA