Investimenti in crescita per le
aziende italiane grazie alla transizione energetica. E' quanto
emerge dall'edizione 2024 dei 'Dati Cumulativi' dell'Area Studi
di Mediobanca su 1.900 aziende medio-grandi italiane, cresciuti
del 4,3% sul 2022. Una dinamica che ha interessato soprattutto
il comparto pubblico (+19,5%), mentre il privato ha ridotto i
propri investimenti del 3,1%.
Stabile la manifattura (+0,2%), in forte calo invece il
terziario (-6,3%), che ha pesato sull'andamento dei gruppi a
controllo estero (-7,4%).
Nel pubblico gli investimenti si sono concentrati sullo
sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili,
sull'ammodernamento e la digitalizzazione delle reti con
finalità di elettrificazione e decarbonizzazione dei consumi e
dell'installazione delle infrastrutture per la mobilità
elettrica.
Secondo l'Area Studi di Mediobanca, la spinta impressa agli
investimenti materiali dal comparto pubblico è evidente anche
in rapporto al flusso di cassa. Nel 2023 la loro incidenza è
stata 74,9%, dopo essere già salita al 60,2% nel 2022, rispetto
al 46,9% medio del periodo 2015-2021. Nel privato invece la
quota di cassa assorbita dagli investimenti nel 2023 si è
fermata al 44,8%, contro il 53,1% medio del 2015-2021. Nella
manifattura il dato è pari al 38,2% nel 2023, circa 8 punti
sotto la media tra il 2025 e il 2021.
"Al netto della componente legata alle energie rinnovabili -
conclude l'Area Studi di Mediobanca - la campagna investimenti
del 2023 appare quindi all'insegna di una prudenza indotta
dall'incertezza prospettica del contesto e dal livello dei tassi
d'interesse. Il pur generoso cash-flow (flusso di cassa, ndr)
non è stato in grado di contrastare la generale instabilità".
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