Cresce tra le imprese italiane
l'approccio verso i temi legati alla sostenibilità: il 59% ha
istituito un comitato Esg, in linea con il 61% delle aziende
globali. Gli investimenti complessivi sono pari a 635 milioni di
euro, con un valore aggiunto medio distribuito per comunità e
territorio per azienda pari a 3,27 milioni, investendo il 2,7%
del proprio utile ante imposte. Le risorse sono destinate
prevalentemente a cultura e sport (67% delle imprese),
assistenza sociale (53%), ricerca e sanità (52%), istruzione
(48%), coesione sociale (45%). E' quanto emerge dalla ricerca
"Corporate Social Investment e Esg - Global Impact at scale" di
Dynamo Academy e Sda Bocconi Sustainability Lab condotta a
livello globale su un campione che include 213 aziende italiane.
Analizzando i diversi settori, nell'healthcare il 71% delle
imprese ha un comitato Esg a supporto del board, seguito da
trasporti (69%), beni di consumo (68%) e industria
manifatturiera (65%). Il 44% del campione redige, eventualmente
rendendoli pubblici, una propria strategia e il proprio piano
strategico e di azione in materia di sostenibilità, con
percentuali che si alzano nei settori trasporti (69%), beni di
consumo (59%), energia (55%). Il 67% richiama nella propria
strategia gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), in linea
con il 72% internazionale. A livello globale, per il 98% delle
imprese il board ha visibilità sui temi Esg. Per quanto riguarda
gli impegni concreti, sotto il profilo ambientale, il 45%
dichiara l'obiettivo di riduzione nelle emissioni di Co2, contro
il 75% delle aziende a livello globale. Per il futuro, i trend
da seguire in Italia riguardano "l'investimento verso gli
stakeholder interni, la ricerca di metriche comuni per il
reporting della "S" (sustainability) e la ricerca di
concretezza per le azioni di diversità, equità e inclusione"
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