"Le banche hanno svolto un ruolo
determinante per l'avvio e l'espansione del microcredito in
Italia, coordinandosi con l'Ente e dando vita a un vero e
proprio ecosistema.
Riteniamo tuttavia necessario aprire una nuova fase, che veda il
microcredito diventare autonomo". Lo afferma il presidente
dell'Ente per il microcredito, Mario Baccini, nella conferenza
"Dieci anni di magistero sociale di Papa Francesco", presso la
Banca d'Italia.
Baccini chiede di arrivare alla "piena operatività dei nuovi
intermediari di microcredito istituiti dall'articolo 111 del
Testo Unico Bancario, i quali hanno avuto finora pochissimo
margine di operatività, soprattutto a causa del divieto di
raccolta di depositi per l'erogazione dei crediti che, come
noto, è attività riservata alle banche".
Sono 18 mila nell'ultimo triennio le microimprese alle quali
l'Ente Nazionale del Microcredito offre supporto finanziario,
per mezzo di una rete di intermediari che conta 38 banche con
oltre 2.700 filiali nell'intero territorio nazionale.
La conferenza cade a cinque anni dalla firma del protocollo
d'intesa con la Banca d'Italia sui "tutor", la rete di operatori
della "finanza di popolo". "Anche il Santo Padre - osserva
Baccini - potrebbe essere assimilato a un Tutor e meriterebbe di
essere collocato, 'honoris causa', al primo posto dell'elenco".
"Francesco è un 'Tutor' universale - continua - che sin
dall'inizio del proprio ministero, il 13 marzo 2013, promuove
instancabilmente l'inclusione sociale e finanziaria di coloro (a
volte intere categorie sociali, a volte interi paesi) che ne
sono esclusi. E offre un contributo indispensabile alla
stabilità e sostenibilità, all'equità e legalità dell'economia
del mondo globalizzato".
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