"Il disegno di legge sulla "carne in
vitro" approvato oggi dal Senato vieta qualcosa che non c'è ed è
l'ennesimo segnale di un Governo sempre più sottomesso alla
volontà delle categorie che lucrano sulla pelle degli animali e
che non ascolta le istanze, altrettanto legittime, di altri
portatori d'interesse - come le associazioni che tutelano gli
animali e il loro benessere - mai convocati ai tavoli, sempre
ignorati anche nelle loro proposte". Così l'Organizzazione
internazionale protezione animali (Oipa) sul ddl, che ora passa
al vaglio della Camera, che vuole vietare la produzione e il
consumo della cosiddetta "carne sintetica".
"Un ddl ideologico e fuori dal tempo - vine definito
dall'Oipa -. In Italia la "carne coltivata" ancora non c'è, e
qualora arrivasse il via libera dell'Efsa alla sua
commercializzazione, non farebbe altro che mettere in condizione
i consumatori italiani di acquisire il prodotto altrove, dove la
ricerca cruelty-free va avanti. L'Oipa ricorda che, secondo i
dati Nomisma, il mercato mondiale della carne "in vitro" ha già
registrato importanti investimenti, pari a 1,3 miliardi".
"La carne coltivata - sostiene l'Oipa -, offrirebbe una
soluzione a diversi problemi correlati alla produzione della
carne: sarebbe un prodotto che non lede il benessere animale, la
sostenibilità ambientale, tanto più in un contesto di crisi
climatica, e la sicurezza alimentare.
«Dal punto di vista del benessere animale, la carne coltivata
è un'alternativa etica alla produzione di carne, che comporta
mesi o anni di sofferenze in allevamento e che si conclude con
l'uccisione degli animali», commenta il presidente dell'Oipa,
Massimo Comparotto.
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