Per il Global Wind Energy Council,
l'Italia è il terzo mercato a livello mondiale per potenziale di
sviluppo dell'eolico galleggiante, con l'Europa area geografica
leader per le tecnologie eoliche offshore. Le richieste di
connessione di impianti eolici offshore in Italia ammontano a
circa 100 Gw, secondo i dati di Terna. Ma l'eolico offshore
flottante, per il Politecnico di Torino, ha un potenziale in
Italia di 207,3 Gw. Lo hanno riferito stamani Anie Federazione
ed Elettricità Futura a un convegno a Roma sull'eolico offshore.
Anie è la Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche
ed elettroniche, mentre Elettricità Futura è la principale
associazione nazionale delle industrie del settore elettrico.
L'energia eolica offshore è un'attività capital intensive, hanno
ribadito al convegno le due organizzazioni, e sbloccare gli
investimenti necessari richiede regole e provvedimenti chiari e
certi a lungo termine.
Per Filippo Girardi, presidente di Anie Federazione, "i
fondali del Mediterraneo non consentono l'ancoraggio sul fondale
marino e richiedono, invece, i sistemi galleggianti che non sono
così diffusi a livello globale. L'Europa ha oggi un ruolo di
leadership su queste tecnologie. Determinante sarà la sinergia
tra i vari attori della filiera e il sincronismo dei loro
investimenti, in un quadro normativo che agevoli e acceleri le
iniziative, unitamente ai sistemi di accumulo".
Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, ha
osservato che "bisogna lavorare per rendere competitivo l'eolico
offshore flottante. Inizialmente anche il solare comportava
costi più elevati, che nel giro di pochi anni sono drasticamente
calati. Disporre di un quadro autorizzativo efficace aiuterà
certamente anche questo settore innovativo. Possiamo sviluppare
la filiera nazionale facendo leva sui primati industriali
raggiunti dall'Italia a livello europeo nei settori del ferro e
dell'acciaio e nella produzione di piattaforme galleggianti".
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