"La produzione asiatica di polimeri
vergini low cost ha invaso il mercato europeo, rendendo ancora
più urgente dotare il settore del riciclo della plastica di
reale competitività, eliminando lacci e freni che imbrigliano il
comparto".
Lo ha detto Walter Regis, presidente di Assorimap,
l'associazione delle imprese italiane del riciclo della
plastica, ad un convegno ad Ecomondo a Rimini sul riciclo di
metalli, plastica e carta.
"Per ogni tonnellata di materia plastica riciclata si
risparmiano 1,9 tonnellate di petrolio, si riducono le emissioni
di CO2 di 1,4 di tonnellate, nonché quantità ingenti di energia
elettrica - ha aggiunto Regis -. Per valorizzare il settore
occorrono provvedimenti finalizzati all'apertura reale del
mercato del riciclato con previsioni, in particolare di
contenuto minimo obbligatorio".
"Forzare un mercato, scoraggiando le esportazioni, creerà
forti scompensi e un indebolimento del settore del recupero, di
cui l'Italia è paese leader. Proprio le esportazioni hanno
registrato un sostanziale raddoppio nel corso del 2023, che
hanno trainato il comparto", commenta Francesco Sicilia,
direttore generale di Unirima, l'associazione delle imprese del
riciclo della carta.
"La decarbonizzazione non può avvenire con una scelta
protezionistica di chiusura dell'export - aggiunge Cinzia
Vezzosi, Vice Presidente di Assofermet, l'associazione delle
imprese del riciclo -. Vanno invece adottate politiche che
promuovano la richiesta di prodotti riciclati da parte degli
individui. Una scelta potrebbe essere l'inserimento di tassi
minimi di contenuto di materiale riciclato, o l'abbinamento di
una percentuale di Iva più bassa per prodotti di questo tipo. A
livello comunitario sarebbe invece essenziale che il legislatore
incentivasse le politiche di supporto alla circolarità, magari
riconoscendo "carbon credits" quando si sostituisce la materia
prima con materiale riciclato".
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