Nel 2023 l'insieme delle attività
legate alla Bioeconomia in Italia ha generato un valore della
produzione pari a 437,5 miliardi di euro, 9,3 miliardi in più
rispetto al 2022, occupando circa due milioni di persone. E'
quanto emerge dal rapporto 'La Bioeconomia in Europa' - giunto
alla decima edizione e redatto dal Research Department di
Intesa
Sanpaolo in collaborazione con il Cluster Spring e
Assobiotec-Federchimica - secondo cui nel complesso dei
principali quattro paesi europei, ossia Francia, Germania,
Spagna e Italia, la Bioeconomia vale 1.751 miliardi
rappresentando l'8,4% del totale, con Spagna e Italia, con l'11%
e il 10% che confermano una maggiore incidenza.
Nel nostro Paese, viene evidenziato, la vitalità del settore
è dimostrata dalle 808 start-up innovative censite lo scorso
anno - pari al 6,6% del totale delle imprese del comparto - la
maggior parte concentrata nel settore della ricerca e sviluppo
(il 45%), seguita dall'agri-food (il 25%). Proprio la filiera
agro-alimentare riveste un ruolo chiave nel complesso della
Bioeconomia pesando oltre il 76% in Spagna e Francia, il 63%
circa in Italia ed il 61% in Germania. E rilevante, sempre in
ambito agro-alimentare è anche l'attività brevettuale in cui
l'Italia figura come settimo brevettatore a livello mondiale,
Secondo lo studio, ancora, tra i settori della Bioeconomia
più dinamici negli ultimi anni spicca la cosmetica in cui
l'Italia ha acquisito una crescente specializzazione,
affermandosi come terzo esportatore europeo dopo Francia e
Germania. In ambito italiano rivestono un peso sempre più
rilevante i cosmetici a connotazione naturale/biologica: a fine
2023 questi prodotti in Italia rappresentano il 10,4% del
mercato cosmetico, pari a oltre 1,3 miliardi di euro con una
crescita del 7,1% rispetto all'anno precedente.
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