ROMA - "È l'ultima chiamata alle armi. Ormai la comunità scientifica ha svolto il proprio ruolo di servizio nell'informare sui dati con due rapporti speciali. Abbattere le emissioni di gas serra è inevitabile e dal summit delle Nazioni Unite a New York il 23 settembre prossimo, ci aspettiamo che si alzi una voce forte. Senza di questo i negoziati della prossima conferenza sui cambiamenti climatici in Cile partono deboli".
Così in un'intervista all'ANSA Riccardo Valentini, scienziato della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti Climatici (Cmcc) e unico autore italiano del Rapporto Speciale dell'Ipcc, il comitato scientifico dell'Onu sul clima, su cambiamenti climatici e territorio, appena pubblicato.
Valentini avverte: "Le emissioni di gas serra continuano a salire e invece dobbiamo invertire la rotta altrimenti siamo destinati a tenerci il riscaldamento globale con le conseguenze sull'ambiente e sulla salute". Greta una moda? "No, non è una moda. Salvare la nostra sopravvivenza è un ideale" afferma.
E spiega che "uno dei due rapporti speciali dell'Ipcc ha rivisto gli scenari in maniera più restrittiva: mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi rispetto ai 2 gradi dell'accordo di Parigi. Sostanzialmente i 2 gradi di riscaldamento massimo a fine secolo non bastano per evitare drammatici effetti, prima di tutto la scomparsa delle isole del Pacifico. Occorre scendere. Già a 1,5 gradi di riscaldamento a fine secolo mettono il Mediterraneo al limite, in termini di risorse idriche e agricoltura". Poi il rapporto su clima e terra, dove ha partecipato Valentini. "La crisi alimentare è alle porte - evidenzia lo scienziato italiano che ha partecipato ai negoziati internazionali fino al 2016 - i dati ci sono, la comunità scientifica lo ha detto chiaramente. È inevitabile abbattere le emissioni di gas serra che sono aumentate di anno in anno e non ci sono segnali di inversione". Invece, afferma Valentini, ordinario all'Università della Tuscia a Viterbo, "dobbiamo invertire la rotta" e anche molto rapidamente. Occorre partire dalle città che rappresentano il 70% delle emissioni globali e dove nel 2050 si concentrerà l'80% della popolazione mondiale", sottolinea l'esperto. "Dobbiamo vivere in modo sostenibile. Possiamo farlo. Basta con le città invase dalle auto. Ci sono tecnologie già pronte, come la mobilità elettrica.
Inoltre bisogna adottare nelle nostre città la sharing economy, ovvero la condivisione del mezzo. La transizione in tal senso va velocizzata. Bisogna agire senza indugi". E in questo, dice, Greta e i Millenians "hanno una mentalità 'sharing nativa'".
L'altro aspetto che sta emergendo, sottolinea Valentini, è la crisi climatica legata alla terra e di conseguenza al cibo. Nel rapporto a cui lui stesso ha partecipato, ricorda Valentini, emerge infatti che "i settori che hanno a che fare con il territorio, agricoltura, foreste e altri usi del suolo, sono responsabili del 23% delle emissioni totali, una cifra che arriva al 37% se si includono i processi di trattamento dei prodotti alimentari". Serve quindi anche un cambio di passo a tavola. "Non si deve diventare vegetariani o vegani ma - conclude - riducendo da 5 a due volte a settimana il consumo di carne rossa si arriva a un risparmio di emissioni del 30%".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA