Solo nei primi 6 mesi del 2023 i
disastri ambientali registrati nel mondo hanno provocato perdite
economiche per complessivi 184 miliardi di euro e ben 62mila
vittime: in media oltre 1 miliardo di euro di danni e 342
vittime ogni giorno, il dato più alto dal 2010. In Europa il
conto, nello stesso periodo, ammonta a circa 56 miliardi di
euro, e raggiunge i 145 miliardi di euro nell'ultimo decennio.
Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima)
alla vigilia della Giornata internazionale per la riduzione dei
disastri ambientali che si celebra il 13 ottobre.
Gli ultimi dati Eurostat vedono Grecia, Francia e Finlandia
in vetta alla classifica dei paesi Ue con i più elevati costi
annuali per abitante connessi alle catastrofi naturali. - spiega
Sima - Al quarto posto l'Italia, che con un conto da 36,5
miliardi di euro tra il 2010 e il 2020 raggiunge una spesa media
per danni ambientali pari a 41,4 euro a cittadino. Costi
purtroppo in costante crescita al punto che recenti studi
stimano tra il +5% e il +7% l'aumento annuo della spesa legata
ai disastri ambientali nel mondo.
"Il numero delle catastrofi naturali è quasi raddoppiato in
20 anni - spiega il presidente Sima, Alessandro Miani - In tale
periodo si sono registrati 7.348 gravi eventi catastrofici che
hanno coinvolto 4,2 miliardi di persone, causando la morte di
1,23 milioni di individui. Un numero enorme se confrontato con
quello del ventennio 1980-1999, durante il quale si erano
verificati 4.212 disastri naturali. Terremoti, frane, alluvioni,
tsunami, uragani e fenomeni siccitosi, sono in gran parte
accentuati dai cambiamenti climatici. Mutamenti che, a loro
volta, dipendono anche dall'antropizzazione dei territori, di
cui le deforestazioni ne rappresentano solo un esempio, e
all'emissione in atmosfera di inquinanti".
"Per porre un freno a tutti questi eventi è possibile mettere in
pratica sia azioni collettive che comportamenti individuali -
illustra Miani - A livello comunitario sarebbe necessario
adottare pratiche volte ad un uso più consapevole del suolo
seguendo le indicazioni dell'Agenda 2030 dell'Onu. Ogni
cittadino, poi, può compiere azioni quotidiane che rispettino e
tutelino la salute dell'ambiente".
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