Uno strumento innovativo per
preservare gli habitat marini dagli impatti del cambiamento
climatico, ridurre i fattori di rischio e pianificare un
utilizzo più sostenibile delle aree marine, anche nei Piccoli
stati insulari in via di sviluppo. È l'Atlante degli habitat
marini e costieri, una delle innovazioni che Enea presenta alla
Cop28 di Dubai.
L'Atlante si inquadra nel contesto della collaborazione tra
Enea e Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica
(Mase), attiva sin dal 2015, che punta a supportare i Paesi in
Via di Sviluppo in attività e progetti finalizzati al contrasto
al cambiamento climatico e alla tutela della biodiversità.
La metodologia innovativa consiste nell'utilizzo di dati
satellitari, quali Sentinel-2 e Landsat, e nella loro
integrazione con piattaforme di elaborazione e cartografia di
libero accesso (Snap, Qgis), al fine di mettere a disposizione
dei decisori pubblici strumenti di lavoro facilmente
utilizzabili e aggiornabili anche direttamente dalle realtà
locali.
In seguito, le tecnologie di Earth Observation System (Eos) e
le mappe tematiche prodotte con i dati satellitari
multispettrali sono sottoposte a una successiva validazione sul
territorio, tramite rilievi, immersioni, droni aerei e subacquei
e strumenti hardware e software per la georeferenziazione degli
ambienti ispezionati.
Gli Atlanti, dotati anche di indici di qualità ecologica Eqi
(Ecological Quality Index), riportano la classificazione degli
habitat, per individuare con facilità i biosistemi di maggior
pregio per ogni area di interesse.
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