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'Foresta blu', Montefalcone 'persa 30% di prateria di posidonia'

'Foresta blu', Montefalcone 'persa 30% di prateria di posidonia'

Docente, grazie a progetto Coop interveniamo su ripristino

GENOVA, 31 maggio 2024, 16:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Ringrazio questo progetto che ci sta mettendo sempre più a contatto con i cittadini, e questa è una rivoluzione per noi, perché troppo spesso la comunità scientifica è stata lontana dalla popolazione. E questo è ancor più vero per quanto riguarda il mare e il mondo marino sommerso.
    E' importantissimo trasferire le nostre conoscenze a tutto il pubblico". Lo ha dichiarato, al lancio della campagna di Coop "Foresta Blu" per il monitoraggio, il ripristino e la protezione di tratti di praterie di Posidonia oceanica, la professoressa associata di Ecologia dell'Università di Genova Monica Montefiascone.
    "La Posidonia oceanica è una pianta superiore e crea una vera e propria foresta sott'acqua. Il nome del progetto inquadra perfettamente la struttura e il ruolo di questa pianta sottomarina che è , per forma e funzione, uguale alle foreste terrestri. Sono tantissimi i motivi che nobilitano questa pianta, a partire dal suo ruolo nell'ossigenazione delle acque: produce tra l'80 e il 90 percento dell'ossigeno necessario all'ecosistema marino costiero". Ma il compito della posidonia non si esaurisce qui: "Aiuta a stabilizzare fondali marini e anche a ridurre l'erosione della costa", spiega la scienziata.
    Un vero e proprio tesoro sommerso, quello delle praterie di Posidonia, per anni minacciate dall'uomo. "L'università di Genova studia da oltre 40 anni l'area marina di Bergeggi.
    Conosciamo bene l'ambiente, il territorio, gli ecosistemi sommersi e in particolare le praterie di Posidonia che sono oggetto dei nostri monitoraggi dagli anni Ottanta del Novecento - ha aggiunto Montefalcone -. Negli ultimi 30/40 anni la perdita di questa prateria è stata circa del 30 percento a causa dell'attività antropica, del ripascimento delle spiagge, negli anni Novanta, con materiali non idonei; della pesca a strascico e degli ancoraggi. Tutte attività che, con l'istituzione dell'area marina protetta non si possono più fare. Quindi, ora che le principali cause che hanno portato alla riduzione dei posidonieti sono sotto controllo, possiamo intervenire con il ripristino delle praterie".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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