Nelle grandi città italiane cresce il
desiderio degli abitanti di avere più alberi, pochi conoscono i
benefici che portano: quasi 3 su 4 sanno che gli alberi
abbassano la temperatura laddove sono piantati, limitando la
formazione delle cosiddette "isole di calore" ma quasi un
italiano su 5 non sa che gli alberi sono in grado di mitigare
gli effetti della pioggia intensa e limitare gli allagamenti,
mentre 1 su 3 non sa che gli alberi nelle città sono in grado di
assorbire la CO2. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dalla
ricerca elaborata dalla divisione Annalect di Omnicom Media
Group2 per Prospettiva Terra, il progetto non-profit fondato da
Stefano Mancuso, accademico e divulgatore scientifico e da Marco
Girelli, Ceo di Omnicom Media Group Italia con l'obiettivo di
fare rete contro la crisi ambientale grazie agli alberi.
L'indagine è stata realizzata su un campione di 1.000
intervistati residenti in cinque grandi città italiane, Milano,
Torino, Roma, Napoli e Palermo.
In dettaglio 6 italiani su 10 affermano che le foreste molto
estese nel mondo sono in grado di assorbire grandi quantità di
CO2, consapevolezza che cala - a sorpresa - sul target dei
giovani 18-24enni (58%), sempre attenti ai temi ambientali,
rispetto a quello dei 55-64enni (65%).
Torino ha la più alta percentuale della superficie comunale
occupata da aree verdi (18,2%), mentre Palermo si ferma al 4,8%.
Napoli e Palermo sono le città in cui gli alberi sono più
desiderati (rispettivamente 93% e 87%). Sebbene nelle altre
città gli alberi sono percepiti come più presenti, le
percentuali restano alte: a Torino e a Milano la percentuale di
chi vorrebbe più verde in città si attesta intorno al 75% e a
Roma al 69%.
Scelta da oltre 6 italiani su 10, la quercia risulta essere
l'albero che più di tutti, nell'immaginario collettivo, è in
grado di contrastare gli effetti del cambiamento climatico,
superando nettamente l'abete (39%) ed il pino (37%). Fuori dal
podio sono i tigli (25%), i cipressi (24%) e i frassini (23%).
"Bisogna educare le persone, fare formazione e informazione su
come proteggere il nostro pianeta e limitare i danni", spiega
Stefano Mancuso. "Questo è l'obiettivo di Prospettiva Terra, con
cui stiamo costruendo un modello cooperativo e diffuso, simile
alle reti vegetali, in cui delle imprese private decidono di
farsi carico del futuro che ci aspetta, lavorando nell'unica
direzione possibile, ossia la partecipazione diretta a progetti
di innovazione scientifica».
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