Lo afferma Legambiente il cui vicepresidente Edoardo Zanchini osserva che "il vero grande giacimento italiano da sfruttare è nei territori e nella valorizzazione di biogas e biometano prodotti da discariche e scarti agricoli".
All'allarme, sollevato sul referendum del 17 aprile sulle trivellazioni in mare entro le 12 miglia, su un'Italia costretta ad aumentare le importazioni dall'estero via nave, Legambiente risponde che "sono tutte bugie. Il gas estratto nelle piattaforme oggetto del referendum non arriva al 3% dei consumi nazionali. E, com'è noto, il gas nel nostro Paese arriva attraverso i gasdotti". Zanchini spiega che "già oggi si produce elettricità in Italia con impianti a biogas che garantiscono il 7% dei consumi. Ma il potenziale per il biometano, ottenuto come 'upgrading' del biogas e che può essere immesso nella rete Snam per sostituire nei diversi usi il gas tradizionale, è in Italia di oltre 8 miliardi di metri cubi. Ossia il 13% del fabbisogno nazionale e oltre quattro volte la quantità di gas estratta nelle piattaforme entro le 12 miglia. Il problema è che questi interventi sono bloccati proprio dalle scelte del Governo".
Secondo Legambiente "si potrebbero realizzare impianti distribuiti in tutto il Paese per produrre biogas e biometano, dalla digestione anaerobica dei rifiuti o di biomasse e scarti agricoli, con vantaggi rilevanti economici, occupazionali e di risoluzione dei problemi di smaltimento dei rifiuti".
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