"Alcuni Paesi sono già sulla strada
giusta e hanno manifestato il loro impegno" per mantenere il
riscaldamento globale entro 1,5 gradi, "altri no. È necessario
che questi ultimi si facciano avanti e presentino dei piani per
la riduzione delle emissioni e impegni più concreti. E' stato
il tema degli ultimi 8 mesi, e questo sarà il tema del prossimo
mese". Lo ha detto l'inviato del presidente Usa per il clima,
John Kerry, a Sky TG24. Kerry si trova a Milano per partecipare
alla Pre-Cop26, l'evento preparatorio della conferenza annuale
dell'Onu sul clima, la Cop26, prevista a novembre a Glasgow in
Scozia.
"Il 55% del PIL globale è impiegato per centrare l'obiettivo
di rimanere entro 1,5 gradi" dai livelli pre-industriali -, ha
proseguito Kerry -. Parliamo di Canada, Giappone, USA, Regno
Unito e Unione Europea. Questi Stati rappresentano il 55% del
PIL. Abbiamo portato avanti una diplomazia climatica, lavorando
con molti paesi. Adesso ci sono Paesi che sono pronti a
presentare nuovi NDC (Nationally determined contributions, gli
impegni di decarbonizzazione di uno stato, n.d.r.), ma non lo
sapremo prima della fine del mese, quando ci incontreremo e
avremo un quadro chiaro della situazione. È urgente che tutti i
paesi prendano la situazione con assoluta serietà, e che siano
più ambiziosi a riguardo".
"Non sono fiducioso, sono speranzoso", ha proseguito Kerry.
Se l'impegno globale di decarbonizzazione alla Cop26 di Glasgow
"non fosse sufficiente, e potrebbe non esserlo - ha detto ancora
-, dovremmo avere un processo per il prossimo anno, o per i
prossimi due anni che sfrutti questo decennio. Gli scienziati
hanno detto che abbiamo un periodo di 10 anni nel quale potremo
prendere delle decisioni e implementarle per scongiurare le
peggiori conseguenze. Quindi non finisce tutto con Glasgow, ci
saranno altri incontri".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA