L'impronta di carbonio dell'1% più
ricco della Terra è 30 volte più grande di quella necessaria per
stare sotto 1,5 gradi di riscaldamento globale dai livelli
pre-industriali (obiettivo massimo dell'Accordo di Parigi). Lo
rivela una ricerca commissionata dalla ong Oxfam e realizzata
dall'Institute for European Environmental Policy (IEEP) e dallo
Stockholm Environment Institute (SEI), diffusa oggi in occasione
della Cop26 di Glasgow.
Per rispettare il target di 1,5 gradi, ogni persona sulla
Terra dovrebbe emettere una media di 2,3 tonnellate di CO2
all'anno al 2030, che è circa la metà della impronta climatica
media di ciascuna persona sulla Terra. Ma la metà più povera
della popolazione globale nel 2030 emetterà di gran lunga meno
di quanto righiesto dal target di 1,5 gradi.
L'1% più ricco della popolazione e il 10% supereranno questo
livello rispettivamente di 30 volte e di 9 volte. Alcune persone
dell'1% più ricco dovrebbero ridurre le loro emissioni del 97%
rispetto ad oggi per raggiungere questo livello.
Ma un aspetto positivo secondo la ricerca è che il 40% della
popolazione nel mezzo fra il 10% più ricco e il 50% più povero
taglierà le proprie emissioni del 9% dal 2015 al 2030. Questo
40% è formato da popolazioni di Cina e Sudafrica che fra il 1990
e il 2015 hanno visto l'aumento più alto delle emissioni pro
capite.
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