La filiera del riciclo degli
imballaggi in plastica è un'eccellenza italiana in Europa: nel
2022 sono state risparmiate 523.789 tonnellate di materia prima
vergine (l'equivalente necessario a produrre 11 miliardi di
flaconi per detersivi da 1 litro) ed evitate 885.406 tonnellate
di emissioni di Co2. Lo rileva Corepla, Consorzio nazionale per
la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in
plastica che ha presentato il Rapporto di sostenibilità 2022
ricordando che in 25 anni in Italia il materiale avviato al
riciclo è passato da 228.000 tonnellate a oltre 1.050.000
tonnellate.
Questo risultato è frutto di una rete capillare che vanta
attualmente 31 impianti di selezione e 92 impianti di riciclo.
Anche la copertura dei Comuni è aumentata passando dal 77% del
2002 al 97% di oggi. E' poi raddoppiato il numero di imprese
consorziate della filiera del packaging in plastica - produttori
di materia prima, produttori di imballaggi, utilizzatori che
autoproducono i propri imballaggi e riciclatori - da 1.216 a
circa 2.500.
Il settore plastica impiega 50.000 risorse per 4.000 imprese,
con un moltiplicatore sul Pil di 3,2 (tradotto: 100 euro
investiti ne generano 220), spiega Corepla. Di questo settore,
il comparto degli imballaggi ne rappresenta il 40%. La proposta
di regolamento europeo Ppwr (Proposal Packaging and Packaging
Waste) su Imballaggi e Rifiuti di imballaggio "rischia di
innescare un effetto domino sulla filiera del riciclo con grandi
rischi economici e sociali e con importanti conseguenze sulla
sicurezza e sullo spreco alimentare, oltre alla considerevole
perdita dei posti di lavoro", sottolinea il Consorzio.
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