"È necessaria una riformulazione e
una ristrutturazione di tutti i fondi per la finanza climatica,
perchè così rendono difficile il raggiungimento del target
dell'accordo di Parigi, non solo per coloro che mettono i soldi
ma anche per coloro che devono riceverli. La procedura per
accedere a questi fondi è infatti complessa per i Paesi in via
di sviluppo, perché dalla loro parte non hanno una struttura
burocratica in grado di sostenere tutte le varie documentazioni,
oltre al fatto che spesso questi fondi si sovrappongono. Servono
quindi delle strutture più snelle che possano adattarsi meglio
alla velocità con cui il cambiamento climatico ci chiede di
rispondere".
Lo ha dichiarato Francesco Corvaro, inviato speciale per il
Cambiamento Climatico per l'Italia, in un webinar della
Fondazione Eni Enrico Mattei.
"Il Global Stocktake è la sfida e il vero cuore di questa Cop
e questo strumento ci dice che purtroppo siamo indietro - ha
aggiunto Coravro -. La discussione è in modo particolare sugli
argomenti di adattamento e fondi. Infatti, il Global Stocktake
si basa su tre pilastri: opere di mitigazione, opere di
adattamento e finanza climatica. Il grosso della discussione si
sta concentrando sulla necessità di aumentare i progetti di
adattamento e di incrementare il più possibile la finanza
climatica. Anche in questo caso l'Italia ha portato la sua
posizione a livello europeo e l'Europa l'ha ben recepita,
volendo sostenere i Paesi in via di sviluppo, e il nostro Paese
in particolare ha spinto fortemente per l'Africa".
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