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L'ombra di Trump sulla Cop29 di Baku

L'ombra di Trump sulla Cop29 di Baku

Obiettivi a rischio se gli Usa si ritirano dall'Accordo di Parigi

10 novembre 2024, 15:48

di Stefano Secondino

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Cop29 di Baku sul clima - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cop29 di Baku sul clima - RIPRODUZIONE RISERVATA

Donald Trump non ci sarà alla Cop29 di Baku, la conferenza annuale dell'Onu sul clima, che si apre l'11 in Azerbaigian, fino al 22 novembre. Ma il presidente eletto americano sarà il convitato di pietra dell'appuntamento, quello che ha il potere di far fallire la festa.

 

The Donald ha detto in campagna elettorale che, se eletto, porterà di nuovo fuori gli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi sul clima, come aveva fatto durante il suo primo mandato. Ma non solo. Ha minacciato di uscire del tutto dalla Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, l'Unfccc, quella che organizza le Cop. Vorrebbe dire che gli Usa non parteciperebbero neppure ai negoziati per definire le politiche mondiali sul clima. Semplicemente, li ignorerebbero, e farebbero quello che vogliono.

 

E quello che vuole Trump, lo ha detto chiaramente in campagna elettorale: "Drill, drill, drill", ovvero trivella a più non posso, petrolio e gas. Fonti fossili che danno agli Usa l'autosufficienza energetica, e lo rendono pure paese esportatore. Ma che aumentano anche l'effetto serra e le sue conseguenze, come abbiamo visto a Valencia. Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, famoso per le sue metafore ardite, alludendo a Trump ha detto: "L'accordo di Parigi può sopravvivere, ma a volte le persone possono perdere organi importanti, o perdere le gambe e sopravvivere. Non vogliamo un accordo di Parigi paralizzato".

L'inviato speciale italiano per il clima, Francesco Corvaro, in una intervista è stato meno alato: "Senza gli Usa non si va da nessuna parte. Le Cop si possono fare ugualmente, per carità, ma tutto sarà in pausa». Quest'anno a Baku il tema principale sarà la finanza climatica, ovvero il nuovo strumento per gli aiuti ai paesi vulnerabili: dal 2026 dovrà prendere il posto del fondo da 100 miliardi di dollari all'anno istituito con l'Accordo di Parigi. Un fondo che solo nel 2022 ha raggiunto questa cifra. Il negoziato si preannuncia difficile. I paesi vulnerabili vogliono più soldi possibile e la massima libertà di usarli, i donatori stringono i cordoni della borsa, e vogliono regole chiare e controlli serrati sull'uso dei loro denari.

A Baku non ci sarà il presidente uscente Biden, e non ci saranno neppure tanti leader mondiali, da Xi a Modi a von der Leyen a Macron a Putin a Lula. Il 13 mattina dovrebbe intervenire la premier italiana Meloni. Ma se Trump dovesse fare qualche annuncio pesante sulle politiche climatiche nei giorni della conferenza, la Cop potrebbe fare una brutta fine. Le potenze petrolifere che hanno sempre mal digerito gli impegni di decarbonizzazione, dall'Arabia Saudita alla Russia, e le potenze industriali emergenti che vanno ancora a carbone, come Cina e India, potrebbero approfittare del disimpegno americano per tirarsi indietro anche loro. E a quel punto, le politiche mondiali per il clima finirebbero su di un binario morto

 

 

 

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