"L'intenzione da parte di Trump di
uscire dagli accordi di Parigi non è una sorpresa. D'altra
parte, già in occasione della sua prima presidenza, come mossa
iniziale firmò l'atto esecutivo che prevedeva appunto l'uscita
dall'accordo di Parigi. In realtà la situazione, ora è molto
diversa". Così il direttore scientifico dell'ASviS Enrico
Giovannini, commenta l'annuncio di Trump sull'intenzione di
uscire nuovamente dall'Accordo di Parigi sul clima.
"Per la prima volta sia a livello internazionale che a livello
nazionale molta strada, si è fatta" spiega Giovannini.
"E grazie all'iniziativa dell'Unione Europea che ha voluto nel
2019 indicare che sarebbe diventata il primo continente carbon
neutral entro il 2050. Molti altri paesi del mondo hanno fissato
obiettivi analoghi. Questo vuol dire che il settore delle
rinnovabili, gli investimenti nella transizione energetica, la
ricerca di soluzioni innovative per la transizione energetica
sono molto più avanti rispetto alla prima presidenza Trump".
"E i mercati stanno andando in questa direzione".
"D'altra parte gli Stati Uniti sono ovviamente un soggetto
fondamentale per il loro peso, ma anche per le emissioni che
realizzano e Biden aveva molto investito per la transizione
ecologica". "Non credo -prosegue il direttore scientifico
dell'ASviS- che per motivi puramente politici gli stati che
stanno andando in quella direzione torneranno indietro: penso al
Texas, penso alla California penso a tanti altri stati
americani". "E poi ricordiamo che, durante la prima presidenza
Trump, ci fu un record storico di chiusura delle centrali a
carbone, semplicemente perché non erano più convenienti sul
piano economico. Diverso, ovviamente, -conclude Giovannini- il
tema dell'energia nucleare e in particolare gli investimenti per
quelle di nuova generazione che potrebbero vedere da questo
punto di vista un forte investimento da parte della presidenza
Trump".
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