Veicolare la percezione del caldo e
del freddo sfruttando lo strano dialogo tra il corpo e i
cosiddetti arti fantasma, una sensazione illusoria che si
registra in molte persone amputate: è questa l'idea che ha
portato alla sperimentazione delle prime protesi di mano capaci
di far percepire il calore senza utilizzare elettrodi e senza
interventi chirurgici. Il risultato, pubblicato sulla rivista
Science, ha portato a un dispositivo che può essere integrato
anche nelle protesi tradizionali, mentre in una decina di anni
potrebbero essere messe in commercio protesi integrate
multisensoriali sia per il tatto che per il calore.
La ricerca è stata condotta da Francesco Iberite, della
Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, con il coordinamento di
Silvestro Micera, che lavora fra la Scuola Sant'Anna e il
Politecnico di Losanna, e con il contributo di Federico
Morosato, del Centro Protesi dell'Inail.
"In questi anni sono stati sviluppati vari metodi per
riuscire a ridare agli amputati alcune sensazioni legate al
tatto, l'idea ora era provare a ridare anche la sensazione della
temperatura, difficile da trattare, tanto che di fatto era
ancora mancante", ha detto Micera all'ANSA.
L'idea è nata sperimentando dispositivi già in commercio,
ideati per trasmettere la sensazione del tatto sfruttando il
fenomeno dell'arto fantasma, per il quale le persone amputate
continuano a percepire stimoli, spesso anche di dolore, o ad
avvertire la posizione o la sensazione di movimento dell'arto
che non c'è più. Fino a pochi anni fa, questo fenomeno era
considerato una sorta di disturbo neurologico, ma adesso
l'ipotesi è che sia dovuto a una sorta di riorganizzazione non
controllata delle terminazioni nervose.
Negli ultimi anni si era anche scoperto che nell'arto residuo,
per esempio nell'avambraccio nel caso di una mano amputata, è
possibile individuare una sorta di mappa di terminazioni nervose
associabili alle varie parti della mano mancante, al punto che
l'arto fantasma "può essere immaginato come una sorta di porta
di accesso alternativa per trasmettere le sensazioni", ha detto
Iberite. Già da qualche anno si è osservato che esercitare
pressione su quelle terminazioni interrotte garantisce una
percezione analoga a quella che sarebbe stata originata dal dito
corrispondente. Adesso i ricercatori hanno verificato che un
fenomeno analogo avviene con la temperatura.
"In sostanza - ha aggiunto Iberite- poggiando qualcosa di
caldo o di freddo in un punto dell'avambraccio, posso
trasmettere la stessa sensazione che si sentirebbe al pollice o
all'indice. La pelle dell'avambraccio diventa una sorta di
interfaccia di trasmissione e il soggetto avverte quel calore
come se arrivasse da quel dito della protesi".
Il meccanismo è stato verificato su una serie di pazienti ed
è risultato efficace in circa il 60% dei casi. Così è nato il
prototipo, una sorta di foglio che poggiato sulla pelle
trasferisce la sensazione di caldo e freddo sfruttando la mappa
delle terminazioni nervose corrispondenti all'arto fantasma.
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