Con la vitiligine si può prendere il sole?
Sì, ma serve un’adeguata protezione dai raggi ultravioletti

Redazione ANSA
01 luglio 2024 - 16:57
Con la vitiligine si può prendere il sole? © Ansa

Cosa verifichiamo

La vitiligine è una malattia della pelle che colpisce l'1% della popolazione mondiale. La manifestazione più evidente è la presenza di aree di pelle più chiara: si tratta di parti del corpo senza pigmento e che per questo risultano le più vulnerabili alle scottature solari.  Quindi, chi ne soffre può esporsi al sole?

Analisi

La vitiligine colpisce nel mondo quasi 100 milioni di persone (in Italia ne sono affette 330mila) e ad essa è anche dedicata una giornata mondiale che si celebra il 25 giugno. L'origine della malattia è ancora sconosciuta, ma si sospettano fattori autoimmuni e/o una predisposizione genetica. Non si conoscono elementi che possano scatenarla o favorirla, anche se è stata documentata una frequenza maggiore tra componenti della stessa famiglia. Sembrerebbe causata, infatti, da una reazione eccessiva del sistema di difesa dell’organismo che attacca, per errore, le cellule  - i melanociti -  produttrici del pigmento  - la melanina -  che determina il colore naturale della pelle generando, così, la presenza di macchie chiare ben circoscritte. Non è dolorosa, né contagiosa, non è pericolosa per la salute e ha un andamento rapido. Può colpire qualsiasi area della pelle, anche se si verifica più comunemente su alcune zone come il viso, il collo, le mani e le pieghe cutanee. Colpisce le persone senza differenze di sesso o di etnia e si presenta generalmente dopo i 20 anni di età, sebbene possa manifestarsi in ogni momento della vita.

I sintomi sono diversi e comprendono lo scolorimento di zone della pelle, lo sbiancamento prematuro o ingrigimento di capelli, ciglia, sopracciglia o barba (prima dei  35 anni), la  perdita di colore nei tessuti che rivestono l'interno della bocca e del naso (le mucose), perdita, o cambiamento di colore, della membrana che riveste la superficie interna dell’occhio (la retina). La vitiligine inizia spesso con la comparsa, sulla pelle, di chiazze chiare che hanno il centro più bianco rispetto alla zona circostante. Si sviluppa in modo diverso da persona a persona: in alcuni, le macchie bianche sono poche e piccole; in altri, occupano aree estese del corpo. Occasionalmente possono dare prurito e, di solito, sono permanenti. Ci sono più tipi di vitiligine ed è classificata in base alla distribuzione delle macchie. I due tipi principali sono: vitiligine non-segmentale, detta anche bilaterale o vitiligine generalizzata e vitiligine segmentale, detta anche unilaterale o vitiligine localizzata. In rari casi, è possibile che la vitiligine interessi tutto il corpo ed è nota come vitiligine universale o completa.

Pur essendo sconosciuta l'origine della malattia, si sospettano fattori autoimmuni e/o una predisposizione genetica. La possibile origine autoimmunitaria è supportata dalla presenza, in circa il 20% degli individui colpiti, di altre malattie autoimmuni come, ad esempio, la tiroidite autoimmune, l’anemia perniciosa, il diabete mellito di tipo 1, la malattia di Addison. Un'altra causa ipotizzata è lo stress ossidativo e l’accumulo di radicali liberi e di perossido di idrogeno che potrebbe interferire con la produzione di melanina. I malati di vitiligine potrebbero soffrire di disturbi del metabolismo o delle ghiandole endocrine dovuti alla mancanza di una sufficiente quantità di un enzima, detto tirosinasi, che neutralizza il perossido di idrogeno. E' possibile, anche se non è verificato, che la vitiligine possa essere provocata da situazioni particolari come, ad esempio: eventi stressanti, come il parto, danni alla pelle, come scottature grave o tagli ed esposizione ad alcune sostanze chimiche, ad esempio sul posto di lavoro. 

La malattia aggredisce le cellule produttrici di melanina causando appunto la comparsa di macchie bianche. Queste aree di pelle più chiare sono particolarmente vulnerabili alle scottature solari, perché senza melanina, la naturale protezione contro i raggi del sole. Tuttavia, chi ha la vitiligine non deve rinunciare alle vacanze in spiaggia e, con le dovute accortezze, può esporsi al sole. Basta evitare le ore più calde della giornata e applicare una crema solare con un fattore di protezione elevato

Si può dunque prendere il sole purché si usi una crema con un’adeguata protezione dai raggi ultravioletti, che sono i principali responsabili delle scottature. Le aree chiare della pelle affetta da vitiligine sono più esposte alle radiazioni di ogni tipo – UVA e UVB – perché prive della melanina. La melanina è il pigmento che viene prodotto proprio quando la cute è colpita dal sole: l’abbronzatura è, infatti, una protezione naturale. Le aree depigmentate non si abbronzano, quindi è necessario proteggersi più attentamente. I medici raccomandano di applicare regolarmente una crema con fattore di protezione alto, sia in spiaggia o durante un’escursione in montagna, sia in città. Ed evitare l’esposizione nelle ore più calde, indicativamente dalle 10 alle 16. Inoltre se le macchie di vitiligine sono presenti anche intorno agli occhi, vanno schermati con lenti anti UV.

Conclusioni

Se si è affetti da vitiligine si può prendere il sole. E' però necessaria un’adeguata protezione dai raggi ultravioletti (UV), che sono i principali responsabili delle scottature. Le aree chiare della pelle sono più esposte alle radiazioni di ogni tipo – UVA e UVB – perché prive della melanina. Le aree depigmentate non si abbronzano, quindi è necessario proteggersi più attentamente, applicando regolarmente una crema con fattore di protezione alto ed evitare di esporsi nelle ore più calde.

Fonti:

Istituto superiore di Sanità

Dottore ma è vero che?  (Federazione nazionale degli ordini dei medici)

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Il Fact-check è uno strumento dell'agenzia ansa contro la disinformazione
Offriamo informazioni utili contro le falsità che circolano attraverso la rete

I nostri team fanno del loro meglio per consultare tutte le domande che ci vengono sottoposte. Lavoriamo per rispondere alle richieste e proposte che ci pervengono sulla base di diversi criteri e ci riserviamo il diritto di operare una selezione tra tutte le richieste dando priorità a quelle più rilevanti e interessanti per il pubblico. Riteniamo che i reclami fantasiosi, infondati, offensivi, minacciosi o chiaramente derivanti da un'azione coordinata di spam non richiedano una nostra risposta. Per consentirci di rispondere a una richiesta di verifica, il messaggio o la dichiarazione su cui si richiede di indagare devono alludere a fatti o dati. Non verifichiamo opinioni o, in genere, affermazioni su eventi non ancora accaduti.

Informativa privacy

(*) Tramite il modulo è possibile inviare informazioni su possibili errori nei fact check ANSA

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.