E’ corretto parlare di ‘bomba d’acqua’?
No, la definizione giusta è ‘nubifragio’

Redazione ANSA
18 dicembre 2024 - 15:43
Una pioggia violenta (fonte:  Daniel Goude da Flickr CC BY-NC 2.0) © Ansa

Cosa verifichiamo
Quelle che vengono definite ‘bombe d’acqua’ sono un fenomeno meteorologico particolare, oppure si tratta della definizione impropria di un fenomeno che da tempo è noto ai meteorologi e chiamato ‘nubifragio’?

Analisi
Di “bombe d’acqua” si è parlato per la prima volta nel 1966, in seguito all’alluvione di Firenze del 4 novembre, forse come una traduzione impropria del termine inglese ‘cloudburst’, osserva Renzo Rosso, del Politecnico di Milano. “Bombe d’acqua” osserva, è un’espressione colloquiale e assolutamente non scientifica, nella quale il termine ‘bomba’, solitamente utilizzato per indicare un’esplosione, ha la funzione di enfatizzare.

Di “bombe d’acqua” si è cominciato a parlare diffusamente dal settembre 2003, dopo il nubifragio che colpì la provincia di Massa e Carrara e a partire dal 2013 è stato utilizzato sempre più frequentemente. E’ diventato perciò di uso comune, tanto che il Vocabolario Treccani ha incluso “bomba d’acqua” tra i neologismi del 2014, rilevando che la locuzione era stata coniata dal linguaggio giornalistico. Anche in questo caso l’origine veniva fatta risalire all’inglese “cloudburst” (nuvola, esplosione) in una traduzione non letterale, che privilegia l’effetto sulla causa, comunicando un’idea di devastazione. Il termine corretto da un punto di vista scientifico, rileva anche il Vocabolario Treccani è ‘nubifragio’ come termine scientificamente corretto.

Critica sull’uso di “bombe d’acqua” è l’Associazione Italiana di Scienze dell'Atmosfera e Meteorologia (Aisam): il termine ‘bombe’, osserva, “suggerisce che questi danni sono inevitabili, che l’unica cosa da fare (si fa per dire) è non trovarsi nel punto dell’esplosione”. Anche i meteorologi suggeriscono come più corretto il termine ‘nubifragio’.

Sono sulla stessa linea gli esperti del Consiglio Nazionale delle Ricerche: secondo Bernardo Gozzini, ricercatore dell’Istituto di biometeorologia, “quelli che la stampa e i media, erroneamente e per rendere spettacolari gli eventi, definiscono ‘bombe d’acqua’ non sono altro che nubifragi e/o temporali autorigeneranti, che hanno la caratteristica di presentarsi come eventi molto intensi, concentrati in poche ore e altamente localizzati”. In eventi del genere, prosegue, “l’acqua che cade è pari alla quantità di pioggia di qualche mese che, invece di distribuirsi in un arco di tempo lungo, si esaurisce in pochissimo tempo, generando fenomeni estremi”.

Anche l’Associazione meteo professionisti (Ampro) giudica “sensazionalistico” l’uso di ‘bomba d’acqua’: “non è un termine scientifico e non descrive nessun fenomeno meteorologico. La bomba d’acqua in meteorologia semplicemente non esiste”, rileva. Si tratta di un neologismo coniato dai media “per richiamare l’attenzione e fare puro sensazionalismo”. Le bombe, prosegue L’Ampro, “richiamano alla mente scenari di guerra, catastrofici, violenti. Orientano l’utente e il comune cittadino a percepire i fenomeni atmosferici come ostili, pericolosi e fuori controllo, quasi innaturali. Al di là dell’influenza del cambiamento climatico sugli eventi atmosferici, questi non variano la propria natura. Eventualmente viene aumentata la frequenza degli episodi violenti, che comunque sono sempre esistiti, ma le dinamiche fisiche che sono li generano e sostengono restano sempre ed esattamente le stesse. Quindi non c’è motivo di cambiarne il nome”. In questo senso, osserva, “possiamo affermare con certezza che esistono solo ed unicamente i nubifragi, più o meno violenti, più o meno improvvisi”.

Conclusioni
Parlare di “bomba d’acqua” è perciò improprio, soprattutto quando vengono affrontate situazioni critiche, nelle quali è importante che la popolazione sia informata in modo equilibrato e corretto sulla natura del fenomeno alla quale è esposta e sulle possibili contromisure. Il termine corretto è perciò “nubifragio”, che indica una precipitazione piovosa particolarmente intensa, durante la quale il tasso di pioggia caduta è uguale o superiore a 30 millimetri l’ora. Nonostante solitamente abbia una breve durata, data la sua intensità, questo fenomeno è in grado di creare condizioni di allagamento e inondazioni, specie in zone predisposte. Si tratta di fenomeni associati tipicamente a temporali particolarmente violenti e duraturi, spesso con forte vento, in genere legati a linee temporalesche o a veri e propri violenti cicloni extratropicali.

Fonti
Aisam, Per favore, non chiamiamole “bombe d’acqua”! Comunicare la meteorologia in modo efficace 
Di Benedetto E., ‘CNR: Ecco cosa sono quegli eventi erroneamente definiti “bombe d’acqua” Almanacco della scienza del 13 settembre 1017 
Ampro, NUBIFRAGI non Bombe d’Acqua 
Giuliacci A.,Giuliacci M, Corazzon P. Manuale di meteorologia, Alpha Test, 2010 
Renzo Rosso, ‘Bombe d’acqua. Alluvioni d’Italia dall’unità al terzo millennio’, Marsilio Editori, 2017
Terminologia etc., Dai flash flood alle bombe d’acqua 04/08/2014 
Treccani, Bomba d’acqua 

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