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ANSAcom - In collaborazione con Tipik
Collegare la Sicilia alla Calabria e al resto d'Italia, ma anche collegare l'Italia con il resto d'Europa. La richiesta di co-finanziare gli studi per il Ponte sullo Stretto di Messina è arrivata sul tavolo di Bruxelles che si prende tempo fino a luglio per pubblicare la decisione. "Finora abbiamo avuto due incontri con il vice premier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e sono lieto di sapere che la domanda è stata presentata", ha detto all'ANSA Pat Cox, coordinatore della Rete transeuropea di trasporto (Ten-T) del Corridoio Mediterraneo-Scandinavo, a margine dei Connecting Europe Days che si sono svolti a Bruxelles. Proprio il sistema europeo delle reti transfrontaliere dei trasporti - la cosiddetta rete Ten-t - prevede un collegamento che va dalla Scandinavia alla Sicilia, il cosiddetto 'Corridoio Scandinavo-Mediterraneo', di cui Cox è responsabile e in cui si inquadra anche il collegamento tra Sicilia e Calabria attraverso lo Stretto. Per ora, però, le uniche risorse che potrebbero arrivare da Bruxelles sono quelle per co-finanziare fino al 50% del totale gli studi di preparazione e aggiornamento del progetto per la costruzione del Ponte. Una "minima parte" di un progetto finanziariamente imponente che potrebbe costare molti miliardi di euro all'Italia. "Quello che possiamo fare per ora è solo il cofinanziamento degli studi", ha sentenziato Cox, secondo cui si tratta "di un progetto molto ambizioso e molto costoso". Dopo aver presentato nelle scorse settimane il progetto rivisto, l'Italia punta però a strappare a Bruxelles un contributo economico più consistente attraverso le risorse della 'Connecting Europe Facility', il principale strumento di finanziamento per collegare da nord a sud, da est a ovest l'Europa attraverso nove corridoi e che fino al 2027 mobiliterà quasi 26 miliardi di euro in infrastrutture. Per ora il finanziamento del Ponte non è previsto, ma a Bruxelles non si esclude che possa esserlo in futuro. Trattandosi di un progetto "costoso" serviranno risorse nazionali ma tra qualche anno "l'Italia potrebbe guardare a un finanziamento europeo", ha aggiunto Cox, senza sbilanciarsi sull'esito. E' un fatto, però, - come sottolineato ancora dall'ex presidente del Pe - che non c'è solo la Connecting Europe Facility e che l'Italia, già oggi, ha "accesso a svariati programmi di finanziamento europeo". E quindi, nel breve periodo, la sinergia strategica tra fondi sembra la via più rapida per sfruttare le risorse dell'Ue.
ANSAcom - In collaborazione con Tipik
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