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ANSAcom - In collaborazione con HRC GROUP
Unire forze tra istituzioni, imprese e accademia è fondamentale per affrontare le sfide del futuro del lavoro. È questo il messaggio del managing director di Hrc Community, Marco Gallo, alla tavola rotonda "Presente e futuro del lavoro" in collaborazione con Luiss Business School. Solo attraverso un impegno condiviso, per Gallo, sarà possibile superare le barriere generazionali, colmare il divario di competenze e costruire un mercato del lavoro resiliente, innovativo e orientato al benessere delle persone. “Come community, credo che abbiamo una responsabilità condivisa: dobbiamo lavorare non solo per offrire nuove opportunità ma per costruire un ambiente che sostenga attivamente i giovani nel raggiungimento della loro piena maturità economica e sociale", ha detto Gallo che ha sollecitato politiche aziendali orientate "verso l’inclusione di voci giovani, che possono offrire prospettive innovative" e a investire in programmi di reskilling e upskilling, anche in collaborazione con il mondo accademico.
È questa la direzione percorsa anche dalla nuova iniziativa di Luiss business school e Hrc presentato alla tavola rotonda, "un ufficio studi - come ha spiegato l'associate dean Sustainability and impact ddella Luiss Business School, Matteo Caroli - che analizza in maniera strutturata e continua nel tempo, l'evoluzione di tutto ciò che concerne il capitale umano e la migliore gestione delle persone, in una fase di grande evoluzione sia per le piccole aziende che per le grandi". La tavola rotonda che ha riunito esperti, manager e accademici, ha affrontato temi che vanno dai fenomeni generazionali al ricollocamento degli over 60, dall'upskilling per i lavoratori alla riduzione del divario retributivo a livello europeo. Al centro del dibattito anche l’impatto dell’automazione e le nuove modalità di interazione tra uomo e macchina, in un’ottica di digitalizzazione e sostenibilità del lavoro. "L'investimento in istruzione e formazione continua è cruciale per adattarsi alle esigenze di un mercato in costante evoluzione", ha osservato Gallo.
È questa una priorità che vale per i giovani come per i lavoratori più maturi, ha sottolineato il presidente dell’Associazione Lavoro Over 40, Giuseppe Zaffarano, tanto più che l'invecchiamento demografico sta trasformando la piramide generazionale in un"fungo", con una base giovanile sempre più ridotta. "Questo fenomeno impone alle aziende - per Zafferano - un ripensamento delle politiche di Age Management. È un percorso che in parte sta già avvenendo, secondo uno studio della Luiss business school su 60 imprese grandi e medio grandi. Il 75% delle aziende intervistate prevede di introdurre iniziative per gli over 60 nel prossimo biennio 2025-2026, una quota in crescita dal 60% che già le realizza nel 2022. Inoltre ai prepensionamenti si stanno affiancando sempre di più programmi per il tutoraggio intergenerazionale e per la formazione continua. Il dirigente delle risorse umane di Autostrada del Brennero Luca Grazioli ha aggiunto come, in un paese come l'Italia con con un tasso di occupazione al 60%, tra i più bassi d’Europa, la formazione di upskilling e il reskilling si pongono come leve fondamentali per la competitività.
L'altro tema chiave è l'aumento della produttività, definito da presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Roma, Eugenio Miccone, "la stella polare" del suo lavoro, soprattutto in un settore - come il terziario – dalla grande eterogeneità, che "nei paesi avanzati occupa più del 70% della forza lavoro e che ha la grande sfida di sviluppare benessere per tutto il sistema”. Il focus è sulle competenze secondo il country leader Italy SD Worx, Bert De Vriendt, che le ha definite una nuova “moneta di scambio” che chiama le aziende a ripensare la gestione dei talenti e delle carriere per bilanciare il reclutamento esterno e lo sviluppo del personale interno. Per l'esperto di politiche di innovazione industriale e del lavoro, Marco Bentivogli, "è assolutamente necessario il diritto soggettivo alla formazione" che è "il diritto del futuro".
La consulente ed esperta di inclusione Shata Diallo ha evidenziato inoltre come la questione generazionale stia finalmente ricevendo l’attenzione che merita all’interno delle aziende. Per Diallo, "affermare che ‘i giovani non sono allineati con i valori aziendali o con la cultura del lavoro’ implica che la ‘normalità’ sia definita da modelli del passato. Prestare attenzione al linguaggio e dialogare direttamente con chi costruirà il futuro del lavoro saranno elementi essenziali". "Il lavoro di domani si definisce oggi: sfide come l'automazione e la globalizzazione richiedono nuovestrategie, mentre digitalizzazione e inclusione aprono la strada a un futuro più equo e sostenibile", ha concluso la People & Communities Country Lead Cisco, Eleonora Nardini.
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