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Trasformare l'approccio delle organizzazioni del terzo settore verso un cambiamento improntato all'innovazione e alla sostenibilità; favorire sistemi di inter-cooperazione tra le imprese per moltiplicare il valore sociale e civile condiviso; impegnare l'amministrazione locale nel co-progettare assumendosi un ruolo guida per la sperimentazione di un modello di 'città inclusiva, sostenibile e partecipata'; favorire nuove forme di partecipazione a bandi nazionali e internazionali sull'economia sociale e civile. Sono questi gli obiettivi della 'Civil social business city', modello di sviluppo che è stato protagonista del pomeriggio di lavori della prima giornata del Festival nazionale dell'Economia civile 2024.
La Civil social business city è la risposta comunitaria alla sfida dei 'tre zeri' proposta dal premio Nobel Yunus: zero esclusione, zero disoccupazione, zero inquinamento. Per Enrico Testi, direttore del Yunus social business centre dell'Università di Firenze "per raggiungere uno sviluppo umano sostenibile e per transitare dal modello economico esistente, che abbiamo visto ormai non essere sostenibile penso che la risposta sia riassunta dalla parola 'partecipazione', seguita da 'cooperazione'". Mario Biggeri, professore di economia dell'Università di Firenze e direttore scientifico del Yunus social business centre ha poi spiegato che "lo sviluppo umano sostenibile è centrale per dare risposte a dei problemi. Le persone con fragilità, infatti, non sono sempre un problema, ma possono rappresentare la soluzione. Se diamo risposte alle loro domande di benessere e inclusione, possiamo produrre qualcosa di importante che dia una risposta chiara e forte al senso di umanità che sta mancando nella società moderna". Luigino Bruni, presidente della Scuola economia civile ha invece ricordato la figura di Giorgio La Pira: "Aveva una visione carismatica e profetica delle città e in particolare di Firenze. Se Firenze dimentica La Pira, dimentica sé stessa".
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