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"C’è un genere di finanza, quella dello sviluppo, che si pone come obiettivo l’inclusione finanziaria. Questa è fondamentale nelle transizioni in corso, come dimostra il fatto che in Europa sia obbligatoria l’inclusione ambientale, ma probabilmente servirebbe più attenzione anche per quella sociale. Ora c’è bisogno di capire cosa accade nei territori accanto a questa progressione, che deve senz’altro essere virtuosa, ma che come ogni cambiamento ha un costo". Lo ha detto Sergio Gatti, direttore generale Federcasse-Bcc, in occasione del Festival nazionale dell'Economia civile, in corso a Firenze fino a domani. Tra i presenti anche Salvatore Capasso, direttore del dipartimento Cnr di Scienze umane e sociali, patrimonio culturale che ha evidenziato come "con la complessità e la crescita economica, l’economia diventa sempre più 'specializzata'. Indicatori di sintesi specifici sono fondamentali, perché catturano dati che quelli di sintesi generali, come il Pil, non riescono a percepire. Qualità del lavoro, impatto ambientale e salute sono solo alcuni di questi elementi. Ci sono ovviamente ancora margini di miglioramento per questi indicatori grazie alle nuove tecnologie, che usano grandi database e permettono di catturare e strutturare dati in maniera più sofisticata". Vincenzo Pacelli, professore associato in economia degli intermediari finanziari Università di Bari ha infine spiegato che "i mercati oggi sono il perno dello sviluppo economico mondiale, perché guidano il capitale, determinando gli investimenti. Pensiamo ai prezzi delle materie prime o quelli influenzati dalle meccaniche speculative. Se in origine l’economia finanziaria era a supporto di quella reale, oggi non è più così e questo accentua disuguaglianze di ricchezza, di reddito, di potere e di sviluppo".
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