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ANSAcom - In collaborazione con Aism
Il 77% delle persone affette da sclerosi multipla viene discriminato in almeno una situazione della vita quotidiana: il 35% sul luogo di lavoro e nel rapporto con i servizi pubblici; il 20,7% nella relazione con i servizi finanziari, il 17,6% nello sport e nel tempo libero. È quanto emerge dal Barometro della Sclerosi Multipla e Patologie Correlate 2024, documento elaborato annualmente da Aism e presentato alla Camera dei Deputati. Dal Barometro emerge anche l’impatto della malattia sul progetto di vita dei pazienti.
Secondo l’indagine, tra chi era all’università al momento della diagnosi, per esempio, il 30% ha maturato un ritardo nel percorso di studio e il 18% ha dovuto lasciare gli studi con conseguenze sull’ingresso nel mondo del lavoro. Molti pazienti lasciano il lavoro, ma quasi mai per scelta. Circa il 60% lo fa per ragioni connesse alla malattia: perché la sclerosi multipla non consentiva più di lavorare (46,9%) o perché il lavoro non si adattava alle sue necessità (34,1%). Anche il tema dell’accessibilità, soprattutto degli spazi e dei trasporti pubblici, rimane un problema molto frequente, e riguarda non solo il 95% di chi ha disabilità moderata o grave, ma anche il 45% delle persone con disabilità lieve.
“Nonostante i progressi compiuti, rimane molto da fare per migliorare la qualità della vita delle persone con sclerosi multipla e dei loro familiari. L'impegno congiunto delle istituzioni, dei professionisti sanitari e delle associazioni dei pazienti è fondamentale per superare queste sfide e garantire un futuro migliore per tutti le persone che vivono questa complessa patologia”, ha affermato il presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, Mario Alberto Battaglia.
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