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ANSAcom - In collaborazione con Egualia
Le aziende dei farmaci generici sono strette tra l’incudine dei prezzi e il martello dei costi produttivi. Un mix che rende sempre più vulnerabili le lunghe catene di approvvigionamento gravate anche dalla dipendenza da un’unica fonte o area geografica. Questo ha come possibile conseguenza una carenza di farmaci su diversi mercati europei. Emerge all’edizione 2023 dell'Osservatorio Nomisma sul "Sistema dei farmaci generici in Italia”, presentata a Roma.
Sul versante dei costi a livello europeo, secondo Medicines for Europe, nel 2022 i costi di trasporto sono cresciuti fino al 500%, quelli della materia prima tra il 50% e il 160%, quelli del packaging tra il 20% e il 33% e quelli dell'energia tra il +65% del gas e il +30% dell'elettricità. Le imprese hanno dovuto riadattare i processi di approvvigionamento e comprimere le marginalità industriali. Il risultato è una carenza di farmaci su diversi mercati europei. In 10 anni sono scomparsi dai mercati europei il 26% dei farmaci equivalenti, il 33% degli antibiotici e il 40% dei farmaci oncologici. In Italia sono 3512 i farmaci con difficoltà di reperibilità secondo quanto tracciato da Aifa, mentre nel 2018 erano 1672. In generale, poi, nel 2022 il 69% dei farmaci generici commercializzati in Europa ha fatto riferimento a meno di due imprese, un ulteriore 9% solamente a tre imprese e per diverse tipologie di medicinali il numero di aziende produttrici è sceso drasticamente nell’ordine del 30-40%, lasciando solo un fornitore o due nella maggior parte dei Paesi.
L’impoverimento del tessuto industriale con l’uscita di alcuni operatori dal mercato e la perdita di farmaci a disposizione dei pazienti sta mettendo a nudo le fragilità del settore. “Per assicurare continuità di cure a milioni di cittadini italiani per le patologie croniche - spiega Enrique Häusermann, presidente di Egualia -è necessario scongiurare il rischio di carenze di farmaci divenuti non più industrialmente sostenibili. Dal momento che la capacità produttiva è al suo massimo, i Paesi europei competeranno sempre di più sui grandi volumi per assicurare le cure e se l'Italia non saprà guardare alle cause profonde delle carenze di medicinali essenziali, perderà questa sfida. Resta urgente trovare delle forme di bilanciamento per affrontare l'esplosione dei costi produttivi per i farmaci a più basso costo, che rischiano progressivamente di scomparire dal mercato”.
ANSAcom - In collaborazione con Egualia
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