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ANSAcom - In collaborazione con Teva
"Gli anticorpi monoclonali sono farmaci rivoluzionari di dimostrata efficacia, non più solo nella fase di sperimentazione, ma ormai da più di cinque anni d'esperienza". Così il responsabile del Centro per lo studio e il trattamento delle cefalee dell'ospedale Sacco di Milano Carlo Lovati a margine del XII congresso nazionale dell'Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee (Anircef) 'Cefalee, neurologia e innovazione' in corso a Genova commenta le nuove regole dell'Aifa sull'utilizzo di tali farmaci.
"Prima dell'intervento dell'Aifa c'erano limitazioni e rivalutazioni molto ravvicinate dei pazienti, che facevano aumentare il numero delle visite e quindi le liste d'attesa.
C'erano regole che prevedevano l'obbligatoria, almeno in Italia, interruzione del trattamento dopo dodici mesi, inizialmente per tre mesi poi per un mese per vedere come andava il paziente - spiega Lovati -. Dall'inizio del 2025 non sarà più obbligatorio interrompere le terapie dopo dodici mesi, la rivalutazione sarà spostata ogni sei mesi, quindi ci saranno meno rivalutazioni, visto che negli ultimi cinque anni abbiamo capito che i pazienti rispondono bene alle terapie".
"Il fatto di allargare leggermente l'utilizzabilità con meno vincoli sicuramente ci permetterà di usarli ancora meglio, - prevede l'esperto - i pazienti sono super soddisfatti, la riduzione della frequenza e dell'intensità degli attacchi emicranici è netta, così come quella dei fenomeni associati come la nausea e il vomito".
"In base ai dati pubblicati abbiamo capito che ci sono pazienti 'late responders' agli anticorpi monoclonali che non rispondo subito ma ci mettono un po' di tempo, per cui rischiavamo di dover interrompere il trattamento dopo tre mesi, quando al quinto mese invece cominciavano a rispondere - sottolinea Lovati -. Inoltre, grazie all'intervento dell'Aifa prima un paziente che non si trovava bene con un certo monoclonale non poteva passare a un altro monoclonale, adesso il passaggio sarà possibile".
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