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Sicurezza acquatica, solo il 41% degli italiani sa nuotare
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In collaborazione con Acquatic Education
Brischigiaro,'Italia è uno dei paesi più esposti ad annegamenti'
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ANSAcom - In collaborazione con Acquatic Education
Nonostante 8 mila chilometri di coste, laghi e fiumi, per non parlare poi delle migliaia di piscine pubbliche e private, solo il 41% degli italiani è in grado di nuotare correttamente, il 46% non riesce a mantenersi a galla con facilità in acque profonde muovendo braccia e gambe, più del 60% ha difficoltà a tenere correttamente gli occhi aperti sott'acqua. Lo rivela una ricerca di Noto Sondaggi Indagini Demoscopiche, commissionata dal campione mondiale di apnea Nicola Brischigiaro e sostenuta da Acquatic Education e Assopiscine in occasione della campagna nazionale "Prevenzione incidenti ed annegamenti in età pediatrica", on air con spot tv e radio fino ad agosto e patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Presidenza Camera dei Deputati, Ministero della Salute e Guardia Costiera Comando Generale.
"L'Italia con suoi 8mila chilometri di coste, laghi e fiumi balneabili è uno dei paesi maggiormente esposti agli annegamenti e semi-annegamenti - spiega Nicola Brischigiaro, ideatore della campagna ed esperto in sicurezza acquatica - ma è necessario anche mettere in sicurezza la propria piscina. Secondo l'indagine, infatti, oltre 4 milioni di italiani quest'estate avranno la possibilità di utilizzare una piscina o una minipiscina privata presso la propria abitazione. Proprio per questo è importante sensibilizzare anche i genitori rispetto al rischio di annegamento dei bambini, il target più esposto a questo pericolo. Il Global Report on Drowning dell'Oms mostra che l'età è proprio uno dei principali fattori di rischio per l'annegamento - continua-. Questa relazione è spesso associata a una mancanza di supervisione. I semi-annegamenti, invece, sono spesso invalidanti e chi sopravvive può riportare danni fisici e cerebrali anche per tutta la vita (deficit neurologici, fisici ed altre patologie correlate). E' prioritario istruire ed educare, coloro che per primi devono sovrintendere alla loro sicurezza acquatica: ossia i genitori". Per il campione di apnea, infine, "saper nuotare significa spostarsi in acqua con il miglior rendimento possibile e riuscire a galleggiare con facilità rimanendo fermi in un determinato punto. Significa inoltre saper eseguire correttamente la respirazione e cioè: inspirazione con la bocca fuori dall'acqua ed espirazione con il viso in acqua facendo le classiche bollicine. Chi rimane a galla e si sposta in acqua sempre con la testa fuori dall'acqua (per incapacità di fare la corretta respirazione) è un potenziale annegato", conclude.
ANSAcom - In collaborazione con Acquatic Education
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