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Vaiolo scimmie: Ippolito, le persone a rischio devono essere consapevoli
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In collaborazione con Planetary Health Festival
Ma pericolo che virus possa colpire l’intera popolazione è infinitesimo
ANSAcom - In collaborazione con Planetary Health Festival
“La pandemia purtroppo non ci ha insegnato che, se noi non riprendiamo il discorso in maniera globale, cercando di costruire sistemi, strumenti e centri coordinati tra loro nei diversi paesi, per acquisire materiali biologici, acquisire diagnostica, Paesi che possono prendere farmaci, ci troveremo sempre impreparati, nudi, di fronte ai nuovi rischi”. Lo ha detto oggi, nella seconda giornata del Planetary Health Festival, l’infettivologo Giuseppe Ippolito, docente di Malattie infettive e salute internazionale al Saint Camillus International University di Roma, parlando del nuovo allarme per il vaiolo delle scimmie. “Il caso del vaiolo delle scimmie - ha detto Ippolito - ha allarmato il mondo occidentale, perché abbiamo dei casi d’importazione, abbiamo avuto recentemente focolai di casi trasmessi in tutta Europa. Se noi pensiamo ad un anno fa, avevamo tanti casi in Europa associati a gruppi di popolazioni che avevano avuto esposizioni comuni e che si erano spostati tra i diversi paesi europei. La Spagna, la Francia, l’Italia sono stati paesi pesantemente colpiti”. “Noi però - ha osservato il professor Ippolito - dobbiamo pensare che il rischio che il virus possa colpire tutta la popolazione è infinitesimo, perché è legato a comportamenti, alla necessità di avere attenzioni particolari quando si considera che questo è uno dei tanti rischi”.
Lo scienziato ha quindi tracciato un parallelo con quella che è stata, in epoca moderna, la diffusione su scala globale dell’Aids: “Noi abbiamo avuto l’Aids, che si è trasmesso attraverso due grandi gruppi di popolazioni: coloro che facevano uso di sostanze stupefacenti e maschi che avevamo rapporti con maschi. Dobbiamo considerare che in questo caso (come allora) le persone a rischio hanno avuto un ruolo importante; anche questa volta bisogna lavorare sulla consapevolezza che si è esposti al rischio e di potenziare il rischio per gli altri”.
ANSAcom - In collaborazione con Planetary Health Festival
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