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ANSAcom - In collaborazione con Progetto Mnesys
La melatonina si e' dimostrata un alleato per combattere nei neonati pretermine alcune lesioni del cervello. E' uno dei risultati delle ricerche nell'ambito del progetto Mnesis dedicato al neurosviluppo e presentato a Napoli in occasione del primo forum nazionale di neuroscienze. Altre ricerche nell'ambito del progetto stanno mettendo a punto nuovi test per monitorare l'andamento della crescita. Si stima che attorno al 5-10% di tutti i neonati abbia necessità di cure rianimatorie al momento della nascita e che tra questi un bambino su 10 nasca pretermine, ovvero venga messo al mondo prima della 37esima settimana di gestazione. La nascita pretermine presenta un elevato rischio di comparsa di patologie croniche, di ritardo dello sviluppo, paralisi cerebrale, disturbi neurologici dell'apprendimento, comportamentali e psichiatrici. Ed è proprio questo uno dei filoni di ricerca di cui si occupa un gruppo di ricerca di Mnesys dedicato a “Neurosviluppo, cognizione e interazione sociale”. “L’unità coordinata dall’Università di Parma - spiega Luca Bonini, docente di Psicobiologia e Psicologia fisiologica all’Università di Parma e coordinatore dello Spoke 1 - si occupa di un progetto che aspira a identificare biomarcatori per il monitoraggio e la diagnosi di patologie del neurosviluppo, come encefalopatia, epilessia e autismo, consentendo di sviluppare nuove strategie per la diagnosi precoce e il trattamento mirato delle malattie del cervello”.Nello studio condotto su 240 neonati tra gennaio 2012 e luglio 2017 e seguiti fino all’età di 3 anni sono stati indagati gli effetti di piccole emorragie intraventricolari e cerebellari che colpiscono i bambini prematuri. La ricerca condotta presso l’Istituto Gaslini di Genova, e coordinata da Luca Ramenghi direttore dell’Unità di Neonatologia, “ha mostrato che piccole emorragie, esclusivamente identificabili da raffinate indagini di Risonanza, possono avere un impatto negativo sul neurosviluppo di bambini nati pretermine con peso molto basso alla nascita” afferma Sara Uccella, neuropsichiatra infantile, ricercatrice Mnesys dell’Università di Genova e primo autore del lavoro.L’encefalopatia ipossico ischemica è una delle maggiori cause di morte e disabilità neurologica nei neonati: colpisce circa 1,5 su 1000 nati a termine e fino al 60% nei neonati prematuri di peso inferiore a 1500 grammi. “Ad oggi l’ipotermia terapeutica rappresenta l’unica possibilità di trattamento delle forme moderate o gravi di questa patologia – spiega Serafina Perrone, professoressa associata di Pediatria all’Università di Parma -. Iniziata entro 6 ore dalla nascita e proseguita per 72 ore, l’ipotermia ha ridotto dal 60% al 46% la morte o disabilità a 18 mesi". Il trattamento con melatonina è in grado di intervenire nei processi di crescita e proliferazione cellulare a seguito di asfissia fornendo quindi una potenziale terapia aggiuntiva da utilizzare in combinazione con l'ipotermia terapeutica per ottenere migliori risultati.
ANSAcom - In collaborazione con Progetto Mnesys
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