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ANSAcom - In collaborazione con Mutti
L’oscar al miglior pomodoro, simbolo del territorio e del Made in Italy, va di pari passo con la storia più recente della Mutti di Parma, azienda leader del settore nel panorama europeo che in realtà affonda le proprie radici nella terra delle campagne emiliane e non solo addirittura dal ‘lontano’ 1899. Per dirlo con le parole dell’ad Francesco Mutti, il premio ‘Pomodorino d’Oro’ ha vissuto negli anni una crescita che “è comune con quella che hanno avuto gli agricoltori e anche la nostra stessa azienda”. Siamo alla ventiquattresima edizione, celebrata a Reggio Emilia: “Con il Pomodorino d’oro Mutti siamo passati veramente attraverso i decenni - fa notare Francesco Mutti - partendo da una piccola stanza dove premiavamo fra 15 agricoltori quello che era il migliore e via via crescendo. Crescita significa capacità di traguardare qualcosa non nel breve termine ma nel lungo e per costruire un progetto che generi valore, valore per tutti”. A conclusione dell’evento, nella suggestiva sede di ‘Ruote da sogno’, lo stesso che ha richiamato quella che può essere definita la ‘filiera’ Mutti, sono stati svelati i vincitori dell’edizione 2023 del Pomodorino, ‘medaglie’ alle aziende produttrici che vengono assegnate sulla base di specifici criteri di valutazione, condivisi con le associazioni di produttori e le stesse aziende agricole conferitrici. Vari i parametri di valutazione del pomodoro, che viene analizzato nel momento in cui arriva in stabilimento, poi gli aspetti qualitativi: l’intensità, la sapidità e la cura della raccolta meccanica, ma anche la capacità di conferire una materia prima di eccellente qualità non solamente nel periodo centrale della campagna, ma anche nei primi e negli ultimi giorni. La giornata scelta per assegnare il Pomodorino d’Oro Mutti, non a caso, sancisce anche la fine dei lavori in campagna, a conclusione del periodo estivo dopo la maturazione del pomodoro. A Reggio, premiata per la categoria ‘pomodoro tondo’ la società agricola Franzoni, che ha vinto in casa, essendo una realtà, gestita da Marco Franzoni e dalla sua famiglia, che si trova nelle campagne della vicinissima Gualtieri (sempre nel Reggiano). Fa sapere la Mutti: la famiglia Franzoni è stata pioniera, in stretta collaborazione col colosso di Parma, dell’ambizioso progetto ‘Instafactory’, per trasformare il pomodoro in passata direttamente sul campo e si è particolarmente distinta negli anni, tanto da detenere il record dei trofei del Pomodorino d’Oro Tondo Mutti, vinto sei volte dal 2010. Passando invece al pomodoro datterino, unica delle quattro categorie che vede competere entrambe le filiere, Nord e Sud, ad essere premiata è stata l’azienda agricola Bosco di Stefano e Marina Bosco. Sempre Emilia, perché siamo a Coenzo, provincia di Parma. Quattro categorie premiate, si diceva: il prossimo 10 novembre a Cerignola (Foggia) Mutti consegnerà il Pomodorino d’Oro per le categorie ‘pomodoro lungo’ e ‘pomodoro ciliegino’. Il Pomodorino d’Oro Mutti ‘percorre’ l’Italia intera. Ai vincitori i complimenti dell’amministratore delegato Francesco Mutti, a maggior ragione in una annata per niente semplice come quella che in campagna si è da poco conclusa: “Vi faccio i complimenti per - le parole dell’ad - quello che siete riusciti a fare. Questo dal punto di vista climatico non è stato uno tra gli anni più facili, ma la vostra competenza e la vostra costanza vi hanno portato ad essere i vincitori e vorrei che di questo ne foste veramente molto, molto fieri”
ANSAcom - In collaborazione con Mutti
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