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ANSAcom - In collaborazione con Airbnb Italia
“Il 70% di chi sceglie l’ospitalità in casa racconta di essere stato aiutato dall’host a scoprire il territorio della propria vacanza”. Basterebbe questo dato per avere la misura di quanto un host sia “ambasciatore” e promotore delle bellezze e dei prodotti dei luoghi che abita. Ed è anche da qui che nasce Made in Italy, progetto che unisce l’ospitalità in casa e la promozione dei distretti italiani dell’artigianato, realizzato in partnership con il Cna-Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa e con patrocinio del ministero del Turismo. Distretti scelti dal colosso dell'ospitalità, la Vicenza dell’oro, Caltagirone per le ceramiche e Volterra con l’alabastro. Ma questo è solo l’ultimo dei progetti che Airbnb ha disegnato negli ultimi tempi per il nostro Paese, dopo il fondo da un milione donato all’Associazione Italiana Dimore Storiche (ADSI) per restaurare fino a 25 residenze. O l’impegno come partner delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Un impegno che racconta una passione per il Belpaese, ma non solo, perché con il ritorno alla “normalità” dopo la pandemia l’Italia resta salda in cima ai sogni (e alle mete) dei viaggiatori di tutto il mondo. “Già nel 2022, globalmente, l’ospitalità in casa con Airbnb aveva superato i numeri di soggiorno prepandemici, con un +20% di notti prenotate – racconta Giacomo Trovato, country manager Airbnb Italia e Sud Est Europa - Il 2023 sta proseguendo in questo trend di crescita a doppia cifra e l’Italia – sottolinea - va meglio dei principali paesi europei". Ma attenzione, perché se vi chiedete se siamo tornati allo stesso turismo che avevano prima del Covid, “la risposta - dice Trovato - è no”. A scorporare i numeri, spiega, “il tasso di crescita dei piccoli centri negli ultimi quattro anni è il doppio delle grandi città”. Un fenomeno sicuramente accelerato dalla pandemia, quando il desiderio collettivo era di evitare le grandi folle e ritrovare un senso di libertà. Ma che “non si è spento, neanche con il ritorno alla 'normalità. A guardare però il tasso di occupazione delle case nelle grandi città e nei piccoli centri – prosegue Trovato - nelle prime è il doppio delle seconde. Questo vuol dire che esistono ancora enormi potenzialità da coltivare. Cosa possiamo fare? Mi sento di raccomandare tre linee guida: innanzitutto far leva sulle persone locali e aiutare gli host a raccontare il proprio territorio, come con il progetto Made in Italy. Secondo, bisogna fare rete. Il piccolo comune non può riempire l’agenda di una famiglia che vuole soggiornare in un luogo per un certo numero di giorni. Allora è importante federare i piccoli comuni", così da generare anche "una narrativa che illustri tutte le possibilità del territorio allargato. Terzo - conclude - è il tema dello smart working” che “in molti Paesi, come in Georgia, sta portando flussi davvero importanti". E che per l’Italia, il Paese dei piccoli borghi, può diventare davvero l’asso nella manica per un futuro del turismo diverso, fruttuoso e sostenibile.
ANSAcom - In collaborazione con Airbnb Italia
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