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In evidenza
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ANSAcom - In collaborazione con MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana
Sono circa 80 milioni i discendenti
degli emigrati italiani nel mondo oggi potenzialmente
interessati al turismo delle radici, alla riscoperta
della propria storia familiare e cultura d'origine. Nel contempo
l'emigrazione italiana è un fenomeno ancora 'vivo', basti
pensare che sono 6 milioni 134 mila gli italiani che nel 2024
risultano vivere all'estero, quasi il doppio rispetto al 2006. È
il quadro emerso alla quinta edizione del congresso
internazionale 'Diaspore italiane - rappresentazione e questioni
di identità' in corso da oggi al 7 dicembre a Genova al Museo
nazionale della emigrazione italiana (Mei) e al Galata museo del
mare (Mu.Ma) con protagonisti oltre 80 esperti provenienti da
tutto il mondo.
"Negli Stati Uniti ci sono tanti discendenti di italiani di
terza, quarta o quinta generazione che dicono ancora di essere
italiani, - evidenzia il preside del Calandra Italian American
Institute di New York Anthony Tamburri - magari conoscono
pochissimo l'Italia, non parlano l'italiano, però si sentono
italiani, c'è ancora una forte tendenza a identificarsi con le
radici".
"Gli italiani che sono arrivati in Argentina sono tre milioni
nell'arco di un secolo, fra la metà dell'Ottocento e la metà del
Novecento, - stima il curatore e ricercatore del Museo
dell'immigrazione di Buenos Aires Marcelo Huernos - ma i
discendenti sono tantissimi, è molto difficile dire quanti sono,
penso che più della metà degli argentini abbia un avo italiano e
sia interessata al turismo delle radici".
"In Australia l'attenzione sul turismo delle radici e
l'origine italiana di molti migranti è forte, - interviene il
direttore della Comunità italiana in Australia (Co.As.It) a
Melbourne Marco Fedi - lo è particolarmente ora perché il
Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione
internazionale attraverso il progetto 'Italea' lo sta
promuovendo attraverso i soggetti che operano localmente per
ricollegare una storia che è ancora presente, forte, radicata,
dall'emigrazione tradizionale del Novecento alle nuove
emigrazioni in Australia, noi stiamo cercando di integrare
questi mondi che per un certo periodo non si sono parlati, lo
facciamo attraverso eventi culturali ed eventi come il congresso
sulle diaspore italiane, credo che il nuovo Museo nazionale
dell'emigrazione italiana di Genova, una splendida realtà, se
sostenuta adeguatamente dal sistema Paese possa restituire
all'Italia un capitale sociale e umano che sta perdendo
attraverso l'esodo dei giovani".
ANSAcom - In collaborazione con MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana
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