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Aldrovandi, 'Chiamami adulto' si vive da genitore e da figlio

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Aldrovandi, 'Chiamami adulto' si vive da genitore e da figlio

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In collaborazione con Intesa Sanpaolo

"Tradotte con codice del teatro tematiche attuali e necessarie"

TORINO, 21 marzo 2025, 10:22

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 'Chiamami adulto' "è un saggio che tocca temi molto interessanti e attuali, te li fa vivere contemporaneamente da figlio e da genitore, e in un certo senso ribalta delle prese di posizione del senso comune, quindi l'idea è stata di mettere in scena 4 personaggi che incarnano 4 punti di vista, di una madre, una psicologa, una professoressa e una figlia, che portano delle visioni del mondo, che dovrebbero essere condivise dagli spettatori, e dare poi la possibilità a Matteo Lancini di ribaltare, o accogliere come nel caso dell'adolescente, il punto di vista di questi personaggi rendendo dialettico quello che nel saggio è assertivo". A descrivere il lavoro fatto per il reading spettacolo di Matteo Lancini, ospitato nella serata del 20 marzo al Grattacielo Intesa Sanpaolo, è Emanuele Aldrovandi, che ne ha curato regia e drammaturgia.
"Quello che abbiamo fatto, dunque - dice -, è stato separare i punti di vista e creare una pars construens di un tema da parte dei personaggi e una pars ribaltante di Lancini che porta i temi del suo saggio. E' stata una traduzione con un codice diverso, quello del teatro, di tematiche attuali e necessarie".
Quando gli si chiede quale sia, dei quattro personaggi quello che lo ha colpito di più, Aldrovandi spiega che "la cosa che mi ha colpito è vivere questi temi sia come figlio che come padre di una bimba, oscillando fra i due approcci, di figlio e genitore. In tutti i personaggi ho trovato questa doppia lettura. Mi sono trovato a leggere questo saggio a metà fra padre e figlio - conclude il regista -, mi ha parlato sia come padre sia come figlio, ed è il bello di questo saggio". 

ANSAcom - In collaborazione con Intesa Sanpaolo

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