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ANSAcom - In collaborazione con Cassa Dottori Commercialisti
Un itinerario basato sull'autonomia, per coniugare la sostenibilità finanziaria di lungo periodo con l'adeguatezza delle prestazioni pensionistiche e di welfare: è quello portato avanti dalla Cassa dottori commercialisti (Cdc), l'Ente previdenziale guidato da Stefano Distilli che oggi, a Roma, ha celebrato il suo XIV Forum in Previdenza. L'intento, come messo in evidenza dallo stesso numero uno dell'Istituto pensionistico (che, al 31 dicembre 2023, ha raggiunto la quota dei 73.307 professionisti iscritti, con 2.106 nuovi associati, al confronto con l'anno precedente), è stato quello di "ribadire le ragioni alla base della privatizzazione delle Casse", avvenuta con il decreto legislativo 509 del 1994, nonché "analizzarne a distanza di anni l'attualità ed il percorso realizzato". Col passare del tempo, ha proseguito, "abbiamo cercato di intraprendere un percorso improntato sulla necessità di coniugare la sostenibilità finanziaria di lungo periodo con l'adeguatezza delle prestazioni pensionistiche e di welfare, mantenendo l'autonomia del sistema. Proprio in quest'ottica, continuiamo", ha detto, a "interrogarci" sulla "strada da prendere", consapevoli di "chi siamo" e di "dove vogliamo andare".
A 30 anni dalla scelta del Legislatore di privatizzare gli Enti previdenziali dei professionisti, "non so - ha affermato ancora il presidente della Cdc - se la scelta fu fatta con la piena consapevolezza delle sfide che avrebbe comportato" o, "forse, con sana incoscienza. Dal canto nostro, ci siamo fatti carico delle responsabilità", soprattutto nei confronti degli iscritti, "con la riforma realizzata 20 anni fa per mettere in equilibrio i conti", che portò all'introduzione del sistema di calcolo contributivo della pensione.
Nella mattinata di lavori, l'Ente ha illustrato il quaderno di studio dal titolo "I trattamenti pensionistici dei dottori commercialisti: l'equità intergenerazionale", dove emerge che, grazie all'autonomia, la Cassa è riuscita a costruire uno schema molto flessibile, che permette l'utilizzo di aliquote di versamento distinte idonee alle diverse aspettative previdenziali e che, oltre a ciò, anche in termini di età pensionabile l'iscritto è libero di scegliere la propria età di pensionamento a partire dai 62 anni d'età.
Intervenendo con un videomessaggio, il sottosegretario all'Economia Federico Freni ha detto: "Siamo allo snodo del regolamento sugli investimenti" delle Casse di previdenza private (la cui emanazione era prevista entro il 30 giugno dello scorso anno, stando alla Legge di Bilancio per il 2023, ndr), un testo governativo che "potrà disciplinare", tra l'altro, gli interventi finanziari "nel mondo dell'economia reale" del Paese.
Inoltre, ha continuato, "potremmo pensare ad un unico macro-contenitore per gli investimenti". Un'iniziativa "che faccia salva l'autonomia delle Casse" professionali private, ma che, ha spiegato, poi, Freni, "consenta di riordinare la dinamica degli investimenti".
Fra i partecipanti al Forum della Cdc il presidente della Commissione parlamentare per il controllo delle forme previdenziali pubbliche e private, il deputato della Lega Alberto Bagnai: alle prese, ha detto, con fenomeni quali "l'inverno demografico e le nuove sfide della tecnologia, è apprezzabile la capacità delle Casse previdenziali di assicurare una tenuta finanziaria".
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