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ANSAcom - In collaborazione con Now Italia
"Siamo davanti a una sfida tecnica e giuridico ordinamentale. Sotto quest'ultimo aspetto siamo lontanissimi da una soluzione. Il nostro nuovo codice di procedura penale è nato in epoca analogica, oggi le scie digitale e tutto il mondo cyber in quel codice non ci sono. Nel momento in cui non ci sono, le norme nate con il mondo analogico e dell'imperfezione, della tradizione, vengono tirate e stirate e alla fine si spezzano per potersi adeguare al mondo digitale". Così il vice capo della polizia, Vittorio Rizzi, a CyberSec2024 in corso a Roma. "La vera sfida è adeguare il nostro codice di procedura penale alle scie digitali, poter imparare a riconoscerle, usarle nell'ambito di un processo penale", sottolinea. "Se dovessi scegliere una parola per definire il tempo in cui viviamo, la parola giusta è: confine. Siamo abituati a confrontarci con questa parola immaginando i confini territoriali. Ma è anche il confine tra mondo reale e digitale, che non amo chiamare virtuale perché è ciò che non esiste, esiste solo in potenza. E da poliziotto so che nel mondo virtuale si mietono vittime reali, per questo motivo ho imparato a chiamarlo mondo digitale. In questo mondo, questo confine diventa sempre più complesso tra ciò che è vero, verosimile, falso e illusorio"
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