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ANSAcom - In collaborazione con Italcementi
Dopo 160 anni Italcementi cambia il proprio nome e diventa Heidelberg Materials, assumendo il brand del gruppo, secondo produttore di cemento al mondo, di cui Italcementi fa parte dal 2016. Ma non è l’unica novità per l’azienda nata a Scanzo nel 1864 che presenta oggi il nuovo brand nel nuovo quartiere generale di Peschiera Borromeo, nell'area metropolitana di Milano. Come spiega l’amministratore delegato della società, Roberto Callieri, questa scelta è “un cambio di marcia al quale ci siamo preparati negli ultimi sette anni, che segna una tappa fondamentale nel nostro processo evolutivo come azienda e come settore verso un nuovo modo di fare industria, più sostenibile e tecnologicamente avanzato”. Ora, sotto lo stesso cappello di Heidelberg Materials, Italcementi punta a portare il proprio sistema produttivo verso la decarbonizzazione e la digitalizzazione. In Italia Heidelberg Materials gestisce dieci cementerie a ciclo completo, quattro centri di macinazione del cemento,122 impianti di calcestruzzo e 13 cave per inerti, registrando nel 2022 711 milioni di euro di ricavi nel 2022, un margine operativo lordo di 111 milioni e utili per 145 milioni di euro. Heidelberg Materials ha annunciato target chiari e ambiziosi in merito, come il dimezzamento delle proprie emissioni di CO2 entro il 2030 e il raggiungimento dell’obbiettivo net-zero entro il 2050. Questa rivoluzione riguarda i processi, ma anche gli stessi prodotti e servizi, per questo saranno sviluppati e realizzati sempre più materiali che innoveranno radicalmente il cemento, arrivando a produrre e utilizzare prodotti “carbon neutral”. Proprio in quest’ottica, al nome di Heidelberg si è affiancato a livello globale “Materials”, a rappresentare la più ampia gamma di materiali e soluzioni sostenibili per il settore delle costruzioni, con l’obbiettivo di andare oltre il cemento. Non solo, perché un continuo miglioramento dei processi industriali è sempre più legato a un crescente utilizzo delle tecnologie digitali, tra cui i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per rendere più efficienti i cicli produttivi, a partire dall’uso più razionale delle risorse, delle materie prime e dell’energia. Le tecnologie digitali hanno inoltre un crescente impatto sulla logistica e sulla distribuzione dei prodotti, ottimizzando l’intera catena di fornitura a vantaggio degli stessi clienti e dell’ambiente. “Sarà la capacità di rispondere agli importanti cambiamenti che ci attendono, adattandosi ai nuovi scenari e cogliendo nuove opportunità, che permetterà di gettare le basi di una società evoluta, adattabile e pronta a fronteggiare le nuove sfide che attendono noi e le future generazioni” ha continuato l’a.d. Roberto Callieri.
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